"Solo quando avremo espulso la guerra dall'arco delle possibilità potremo chiederci davvero che cosa possiamo fare per aiutare le vittime di dittature, terrorismo, pulizie etniche".
Così Gino Strada in un'intervista al manifesto di martedì scorso. La posizione di Strada, contrario all'intervento armato in Libia, è un po' isolata, stavolta, ma io la condivido.
Vediamo perché. Innanzitutto perché spesso le motivazioni degli interventi non reggono alla prova dei numeri. Per esigenze umanitarie fu sganciata la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Di quell'intervento si disse che doveva salvare almeno 46 000 vite dalla furia bellica giapponese, che l'intervento si faceva per chiudere con la guerra, con la seconda guerra mondiale.
Ebbene, con le bombe umanitarie si uccisero 400-500 000 giapponesi, un po' subito e un po' per effetto delle radiazioni. Cioè, si fecero vittime dieci volte di più. Quelle motivazioni, una menzogna e un'azione preventiva sproporzionata, furono le prime di una lunga serie. Dal Vietnam alla Palestina, per arrivare ai recenti interventi Onu/Nato: in Iraq, la guerra contro Sadam Hussein fece più vittime civili di anni del criminale despota al potere; in Afghanistan, per non lasciare impunito un gravissimo crimine, un atto terroristico, per rendere giustizia ai 3 000 morti di New York, sono state stroncate più di 100 000 vite umane; anche in Serbia e Kosovo l'intervento fu invocato per proteggere i civili da Milosevic e dai suoi crimini, ma l'effetto dei bombardamenti fu devastante, sia per la popolazione, sia per l'ambiente, ancora contaminato dall'uranio impoverito, che uccise anche soldati italiani, rientrati da quel fronte malati di tumori e leucemie.
In secondo luogo, perché le esigenze umanitarie che vengono invocate per giustificare l'intervento (liberare i cittadini di quei paesi da dittatori, portare la democrazia elettiva e rappresentativa al posto del totalitarismo etc) sono solo maschere, bugie di guerra. La ex Jugoslavia aveva un ruolo e una posizione strategica, essendo una cerniera fra il mediterraneo e l'Europa dell'est, e solo questo ha giustificato l'intervento militare; Iraq e Afghanistan sono strategici invece per le risorse energetiche e lo stesso si può dire per la Libia: mettere le mani sul gas e sul petrolio libico è l'obiettivo reale di tutti i combattenti "umanitari".
Naturalmente, le ragioni nobili di Gino Strada non devono essere confuse con quelle di chi, a destra, sostiene posizioni non interventiste con motivazioni opportunistiche e razziste, temendo col conflitto una successione invasione di immigrati a cui dare rifugio politico.
Dirò di più: l'intervento che chiedeva una collaborazione fra maggioranza e opposizione per avallare l'intervento, poiché stabilito da una decisione dell'Onu, pronunciato da Napolitano, attualmente l'uomo politico italiano che gode del maggior consenso popolare, molto ascoltato, è stato sicuramente deleterio e contribuisce a costruire un clima favorevole anche in Italia all'intervento militare.
Nel 1955 Bertrand Russell e Albert Einstein scrissero un manifesto contro la guerra, usando le seguenti parole: "Questo è dunque il problema che vi presentiamo, netto, terribile e inevitabile: dobbiamo porre fine alla razza umana oppure l'umanità dovrà porre fine alla guerra?".
Quindi la guerra non si può umanizzare, è alternativa all'umanità: o c'è una o c'è l'altra, ci dicono Russell e Einstein.
Strada ricorda che la guerra, ogni guerra fa, prima di ogni altra, due vittime: la ragione e la verità.
E allora una rosa a Gino Strada, che ha il coraggio di dire no anche a questa guerra, perché di questo si tratta quando gli aerei bombardano obiettivi civili e militari.
Chiamare la guerra con altri nomi edulcorati, quali interventi militari umanitari, utilizzare termini come bombe intelligenti, bombardamenti chirurgici è un insulto al buon senso oltre che un errore lessicale. Gli interventi umanitari chirurgici lasciamoli a Gino Strada che, innanzitutto, è un chirurgo di guerra. Per questo la guerra la conosce bene e la detesta. E vorrebbe rimanere senza lavoro al più presto.
Una rosa per Gino Strada, ma anche per Russell e Einstein; insomma, una rosa contro la guerra, contro tutte le guerre.
Qui sotto, Bertrand Russell, Albert Einstein e Gino Strada in curiosi atteggiamenti.
Il blog di Mattia Toscani, il blog del romanzo La schiuma della memoria, La rosa della settimana
La schiuma della memoria
Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
domenica 27 marzo 2011
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