La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

domenica 13 dicembre 2015

Max Manfredi e Federico Sirianni al bar Cristallo

Musica dal vivo di qualità al Bar Cristallo di Parma, ieri sera, 12 dicembre 2015.

Protagonisti sono due cantautori genovesi, Max Manfredi e Federico Sirianni, il primo nato nel 1956, il secondo nel 1968. Max sottolinea, a un certo punto, le differenti generazioni cui i due appartengono; anche dal punto di vista musicale i riferimenti sono diversi. In comune, Genova e la sua atmosfera musicale (ma fatta anche di colori e di profumi e di voci e di suoni).
Ma questo è il "Nogenova tour" e l'atmosfera mediterranea si stempera nella serata nebbiosa che avvolge il locale del centro e lo racchiude in una conchiglia trasparente, dai vetri appannati dalla differenza di temperatura: freddo umido all'esterno e calore anche un po' alcolico all'interno.
Non conoscevo Sirianni, mentre sono da tempo un conoscitore e profondo ammiratore della musica di Max Manfredi, che non ero mai riuscito a sentire dal vivo.
Le canzoni di Max Manfredi sono poetiche, coi testi originali e lessicalmente molto ricchi e creativi, che si uniscono a musiche mai banali, dotate di una certa ricchezza compositiva.
Il Mediterraneo si respira, dentro alle canzoni di Max, più che in quelle di Sirianni. Belle canzoni anche quelle di Federico, comunque: testi originali, ballate rock folk molto ritmate, di cui uno dei riferimenti è senz'altro il migliore Bob Dylan, omaggiato da Sirianni con la cover di Sara (contenuta nell'album Desire del 1975). Ed è proprio la scaletta, costruita sull'alternarsi dei brani di Manfredi e Sirianni, che rende vivo e piacevolissimo il concerto, grazie anche alla varietà musicale presente, oltre che all'elevatissima qualità dei brani.
I 10 brani presentati da Manfredi appartengono a diverse stagioni compositive. Il concerto si apre con L'ora del dilettante (in Luna persa del 2008), eseguita a due voci e due chitarre con Sirianni. Sono le 22. Prima di loro hanno presentato alcune canzoni del loro repertorio Rocco Rosignoli (che si esibirà con bravura in alcuni brani di Manfredi al bouzouki, un liuto greco -a ribadire le sonorità mediterranee che permeano le canzoni di Max) e Ugo Cattabiani.
Dallo stesso album, verso la fine del concerto, Manfredi propone anche Il morale delle truppe, Il treno per Kukuwok e Retsina (che è un vino greco), tre brani che testimoniano insieme al primo la grande varietà musicale e la creatività dei testi dell'album indicato, con atmosfere che spaziano dall'ironia, a tratti quasi satirica, alla malinconia cullata dal bouzouki.
Momenti altissimi con Tra virtù e degrado (tratta da L'intagliatore di santi del 2001), dedicata a Genova con parole poetiche e ironiche: senz'altro una delle mie preferite, insieme a La fiera della Maddalena, tratta da Max, album del 1994, una delle più note di Manfredi, perché nell'album si era prestato con entusiasmo a cantarne le ultime strofe un tal Fabrizio De André. Un pezzo splendido, che merita sicuramente un posto importante fra le più belle canzoni d'autore di tutti i tempi. Genova è la città, oltre che di De André, anche di Don Andrea Gallo, scomparso nel 2013, prete di strada, fondatore e animatore della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova.
E proprio a don Gallo, Sirianni dedica una canzone molto bella, in cui si respira la vicinanza agli ultimi del sacerdote di simpatie anarchiche e pacifiste. Ma forse la canzone più bella proposta da Sirianni è Nato sfasciato. Canzone più vicina alle sonorità e alle atmosfere di Manfredi è La rosa nel cielo, dolce ballata romantica. Notevolissima anche la cover di Che cosa sono le nuvole, canzone scritta da Pier Paolo Pasolini per Domenico Modugno, che la canta nel finale del breve film omonimo, ispirato alla vicenda di Otello.
Tornando alle canzoni di Max Manfredi, rimangono da citare Storie del porto di Atene, tratta da L'intagliatore di santi; Natale fuoricorso, tratta da Max e i due brani tratti dall'ultimo album del 2014, Dremong. Si tratta di Sangue di drago e de Il negro, entrata nella cinquina finalista per la migliore canzone del Premio Tenco 2015.  Una canzone quest'ultima, che si chiude con le parole "Ho pagato una controfigura, un prestafaccia che ti scriva una canzone e se non t'è piaciuta/ non importa, spacco il culo al vento, sono l'unico capace a dedicarti una canzone muta".
Poco muta e poco silenziosa, invece, la gente presente nel bar, eccezion fatta naturalmente per chi, come me e pochi altri, fra i quali un artista di lungo corso come Flaco Biondini, hanno scelto di trascorrere la serata al Cristallo proprio per la presenza di Manfredi e Sirianni. Delle volte mi chiedo come facciano certuni a entrare in un bar dove, cosa rara, si sta proponendo musica dal vivo e non si fermino nemmeno per un attimo ad ascoltare la musica, che so, magari semplicemente per curiosità. Come si fa a non cogliere la qualità della musica che ti entra nelle orecchie? Musica che si interrompe poco dopo la mezzanotte dopo due ore di concerto. A mezzanotte e trenta circa, esco dalla conchiglia mediterranea e calda per reimmergermi nella nebbia padana. Cammino verso casa con passo veloce e tengo dentro di me il calore del locale.
Grazie Max, grazie Federico, grazie bar Cristallo.

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