Musica dal vivo di qualità al Bar Cristallo di Parma, ieri sera,
12 dicembre 2015.
Protagonisti sono due cantautori genovesi, Max Manfredi e
Federico Sirianni, il primo nato nel 1956, il secondo nel 1968. Max sottolinea,
a un certo punto, le differenti generazioni cui i due appartengono; anche dal
punto di vista musicale i riferimenti sono diversi. In comune, Genova e la sua
atmosfera musicale (ma fatta anche di colori e di profumi e di voci e di
suoni).
Ma questo è il "Nogenova tour" e l'atmosfera
mediterranea si stempera nella serata nebbiosa che avvolge il locale del centro
e lo racchiude in una conchiglia trasparente, dai vetri appannati dalla
differenza di temperatura: freddo umido all'esterno e calore anche un po'
alcolico all'interno.
Non conoscevo Sirianni, mentre sono da tempo un conoscitore
e profondo ammiratore della musica di Max Manfredi, che non ero mai riuscito a
sentire dal vivo.
Le canzoni di Max Manfredi sono poetiche, coi testi
originali e lessicalmente molto ricchi e creativi, che si uniscono a musiche
mai banali, dotate di una certa ricchezza compositiva.
Il Mediterraneo si respira, dentro alle canzoni di Max, più
che in quelle di Sirianni. Belle canzoni anche quelle di Federico, comunque:
testi originali, ballate rock folk molto ritmate, di cui uno dei riferimenti è
senz'altro il migliore Bob Dylan, omaggiato da Sirianni con la cover di Sara (contenuta nell'album Desire del 1975). Ed è proprio la
scaletta, costruita sull'alternarsi dei brani di Manfredi e Sirianni, che rende
vivo e piacevolissimo il concerto, grazie anche alla varietà musicale presente,
oltre che all'elevatissima qualità dei brani.
I 10 brani presentati da Manfredi appartengono a diverse
stagioni compositive. Il concerto si apre con L'ora del dilettante (in Luna
persa del 2008), eseguita a due voci e due chitarre con Sirianni. Sono le
22. Prima di loro hanno presentato alcune canzoni del loro repertorio Rocco
Rosignoli (che si esibirà con bravura in alcuni brani di Manfredi al bouzouki,
un liuto greco -a ribadire le sonorità mediterranee che permeano le canzoni di
Max) e Ugo Cattabiani.
Dallo stesso album, verso la fine del concerto, Manfredi
propone anche Il morale delle truppe,
Il treno per Kukuwok e Retsina (che è un vino greco), tre brani
che testimoniano insieme al primo la grande varietà musicale e la creatività
dei testi dell'album indicato, con atmosfere che spaziano dall'ironia, a tratti
quasi satirica, alla malinconia cullata dal bouzouki.
Momenti altissimi con Tra
virtù e degrado (tratta da L'intagliatore
di santi del 2001), dedicata a Genova con parole poetiche e ironiche:
senz'altro una delle mie preferite, insieme a La fiera della Maddalena, tratta da Max, album del 1994, una delle più note di Manfredi, perché
nell'album si era prestato con entusiasmo a cantarne le ultime strofe un tal
Fabrizio De André. Un pezzo splendido, che merita sicuramente un posto
importante fra le più belle canzoni d'autore di tutti i tempi. Genova è la
città, oltre che di De André, anche di Don Andrea Gallo, scomparso nel 2013, prete di
strada, fondatore e animatore della Comunità di San Benedetto al Porto di
Genova.
E proprio a don Gallo, Sirianni dedica una canzone molto bella, in cui si
respira la vicinanza agli ultimi del sacerdote di simpatie anarchiche e
pacifiste. Ma forse la canzone più bella proposta da Sirianni è Nato sfasciato. Canzone più vicina alle
sonorità e alle atmosfere di Manfredi è La rosa nel cielo, dolce ballata
romantica. Notevolissima anche la cover di Che
cosa sono le nuvole, canzone scritta da Pier Paolo Pasolini per Domenico
Modugno, che la canta nel finale del breve film omonimo, ispirato alla vicenda
di Otello.
Tornando alle canzoni di Max Manfredi, rimangono da citare Storie del porto di Atene, tratta da L'intagliatore di santi; Natale fuoricorso, tratta da Max e i due brani tratti dall'ultimo
album del 2014, Dremong. Si tratta di
Sangue di drago e de Il negro, entrata nella cinquina
finalista per la migliore canzone del Premio Tenco 2015. Una canzone quest'ultima, che si chiude
con le parole "Ho pagato una
controfigura, un prestafaccia che ti scriva una canzone e se non t'è piaciuta/
non importa, spacco il culo al vento, sono l'unico capace a dedicarti una
canzone muta".
Poco muta e poco silenziosa, invece, la gente presente nel bar,
eccezion fatta naturalmente per chi, come me e pochi altri, fra i quali un
artista di lungo corso come Flaco Biondini, hanno scelto di trascorrere la
serata al Cristallo proprio per la presenza di Manfredi e Sirianni. Delle volte
mi chiedo come facciano certuni a entrare in un bar dove, cosa rara, si sta proponendo
musica dal vivo e non si fermino nemmeno per un attimo ad ascoltare la musica,
che so, magari semplicemente per curiosità. Come si fa a non cogliere la
qualità della musica che ti entra nelle orecchie? Musica che si interrompe poco
dopo la mezzanotte dopo due ore di concerto. A mezzanotte e trenta circa, esco
dalla conchiglia mediterranea e calda per reimmergermi nella nebbia padana.
Cammino verso casa con passo veloce e tengo dentro di me il calore del locale.
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