Paolo Nori scrive cose interessanti e divertenti, su questo non ci piove, almeno per quanto mi riguarda. Scrive tanto, e buon per lui, lo invidio un po' per questo. Ultimamente gira anche tanto e lo chiamano a parlare un po' di tutto. Ecco, se questi discorsi diventano libri, qui c'è qualcosa di scivoloso, blisgoso, forse scriverebbe Nori, italianizzando il dialetto parmigiano. Considerando che è il terzo libro di discorsi... Ci sono cinque discorsi e una premessa, in questo libro, che s'intitola La meravigliosa utilità del filo a piombo. La premessa, che s'intitola Specchi, parla dello scrivere; è sintetica e bella, anche originale e significativa. Il titolo del libro è bellissimo e si riferisce al contenuto di uno dei discorsi, "Un mondo di esperti", un bel discorso senz'altro. E la parte migliore è forse il ricordo del nonno muratore e gran lettore, nei giorni di pioggia, in cui non poteva lavorare. Imprinting sul nipote Nori Paolo, e la meravigliosa utilità del filo a piombo è in queste pagine. Che abbia poi poco a che fare con l'inaugurazione di un museo di arte moderna a Bologna, che era poi l'occasione del discorso, alla fine poco importa. Anche tutti gli altri discorsi sono molto simpatici e contengono spesso considerazioni non banali. "Tutto tranne che il liscio" è un discorso sul concetto di frontiera, con belle rievocazioni degli anni '60 e '70, e sul cambiamento di Parma, a partire dagli anni '80. "Bua bua" è sulla fantascienza e più che un discorso è un vero e proprio cazzeggio, in cui l'unico contenuto di fantascienza è la citazione di alcune pagine di Fruttero e Lucentini sull'argomento. Diciamo che togliendolo dal libro, questo non perde nulla. "I bicchieri infrangibili" è sulla letteratura della DDR, della quale Nori svela di non sapere assolutamente nulla. Anche questo era proprio necessario? Infine, "Noi e i governi", come discorso è il più significativo. E anche come racconto scritto. Sarebbe stato bello esserci, quando l'ha pronunciato nel Museo Cervi a Campegine, in provincia di Reggio Emilia.
Voglio chiudere con una citazione. A pag. 43 il nostro scrive: "E scrivere, in fondo, secondo me, è un po' questo, è come farsi crescere dentro la pancia una macchina per lo stupore".
Ecco, caro Paolo, tornaci a stupire come sai fare in romanzi bellissimi come A Bologna le bici erano come i cani, Mi compro una gilera, Siam poi gente delicata, ma soprattutto come Noi la farem la vendetta, opera struggente, e Pancetta, il più originale fra tutti nella struttura narrativa. E te ne saremo grati.
Il blog di Mattia Toscani, il blog del romanzo La schiuma della memoria, La rosa della settimana
La schiuma della memoria
Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
mercoledì 29 giugno 2011
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