Il sogno eretico è l'ultimo lavoro discografico di Michele Salvemini, alias Caparezza, uscito all'inizio del 2011.
Di Caparezza avevo molto apprezzato il secondo album (quello che è il "più difficile nella carriera di un artista"), Verità supposte (2003), interamente molto bello, i cui brani più noti sono Vengo dalla luna e Fuori dal tunnel. Mi erano anche piaciuti diversi pezzi di Caparezza?! (il primo album del 2000: Mea culpa, La gente originale, Chi c*azzo me lo) e di Habemus Capa (terzo album, 2006: Dalla parte del toro, Ninna nanna di Mazzarò, Il silenzio dei colpevoli, The auditels family). Il quarto album non mi aveva entusiasmato: un concept album stile anni '60 sul 1968 (Le dimensioni del mio caos, 2008), ma un po' a corto di idee forti.
Ecco, il quinto album mi sembra tornare alla qualità del secondo. Tutti pezzi molto belli, orecchiabili ma anche duri e/o divertenti. Si parte con Chi se ne frega della musica, dedicata a tutti i discografici disperati per l'invasione dei formati digitali in file, da MP3 a I tunes. Ma non solo a loro: in realtà il pezzo è irridente verso tutti coloro che usano la musica semplicemente come mezzo per divenire famosi; a tutti coloro che si fingono cantautori alla De André e poi vanno all'Isola dei famosi; a tutti coloro che diventano più volti televisivi che musicisti. E allora, appunto, chissene frega della musica. E poi ci sono due pezzi in qualche modo collegati da una critica sarcastica e irridente all'integralismo religioso, che ha condannato all'abiura Galileo Galilei e ha mandato le streghe e gli eretici sul rogo (Il dito medio di Galileo e Sono il tuo sogno eretico). Poi di seguito una parodia dei quiz imperanti sul teleschermo, Cose che non capisco, introdotta da un siparietto parlato che dice così: "Benvenuti a una nuova puntata di "Chi vuol essere lasciato in pace", abbiamo un nuovo concorrente stasera e direi di iniziare subito con le domande". Ma il brano diventa anche l'occasione per irridere ai contenuti della televisione e del degrado della cultura dello spettacolo in generale. Il pezzo successivo, Goodbye Malinconia, è quasi una conseguenza del precedente: un invito ad andarsene da Malinconia, paese "di santi subito e di sanguisuga", di cervelli e capitali in fuga, di "migranti in fuga dal bagnasciuga", che è poi l'Italia. Allora, "Metti nella valigia la collera e scappa da Malinconia".
La malinconia si butta in farsa con La marchetta di Popolino, parodia del noto personaggio disneyano che inizia con la T e non con la P, ma che in qualche modo ricorda la banda al governo del paese.
Contenuti che tornano molto seri, ma fino a un certo punto, con La fine di Gaia, che prende in giro, ma in modo un po' preoccupato, le varie profezie e visioni di fine della Terra. House credibility parla della vita nella Casa, quella del Grande Fratello, e Legalize the premier direi che non ha bisogno di spiegazioni su chi possa essere il protagonista...
Testi ben costruiti, rime baciate fantasiose e jingle orecchiabili ne fanno un album, come dicevo all'inizio, vicino per qualità a Verità Supposte. E inoltre dentro ci sono tante idee, tante quanti i riccioli di Caparezza.
Buon ascolto a tutti
Il blog di Mattia Toscani, il blog del romanzo La schiuma della memoria, La rosa della settimana
La schiuma della memoria
Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
sabato 25 giugno 2011
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