Non assume alimenti solidi da 69 giorni. Per 5 giorni non ha nemmeno bevuto. Sciopero della fame e della sete, come prima più di prima, ma oggi Marco Pannella ha 81 anni. Le sue condizioni di salute continuano a stupire i medici, come nel 1975, quando arrivò a 90 giorni di sciopero della fame. Scorza dura di abruzzese verace, passione e amore per le lotte di classe, sociali e di diritto, come ama definirle lui. "Perché stare dalla parte delle classi oppresse significa risolvere i problemi di tutti e di ciascuno."
E le classi oppresse di cui prende le parti sono i carcerati, ancora una volta, perché, ancora una volta, le carceri italiane stanno per scoppiare: sovraffollamento, detenuti in gran parte per reati minori; questioni concrete. Per attirare l'attenzione su quella parte di cittadini che quasi sempre noi tutti dimentichiamo, Pannella è tornato al digiuno, tecnica di lotta non violenta appresa da Gandhi, uno dei riferimenti culturali e politici del leader radicale. Che cosa propone, allora Pannella? "L'amnistia non è un atto diclemenza, ma è un atto necessario per salvare lo Stato e la società, non dal punto di vista morale, ma da quello puramente tecnico-giuridico, perché l'Italia è in una condizione di illegalità strutturale e continuativa."
Considerando che circa un terzo dei detenuti è in attesa di giudizio e che, statisticamente, circa il 50% di loro non viene poi condannato, l'amnistia potrebbe dare una prima risposta, seguita da una depenalizzazione di reati minori (cancellando la legge che dichiara reato penale la clandestinità e la legge Fini-Giovanardi sulle droghe, per esempio, che condanna come spacciatori dei consumatori abituali di droga).
Dopo l'intervento del presidente Napolitano, che ha chiesto di rivolgere l'attenzione alla problematica drammatica segnalata da Pannella, il leader radicale ha interrotto lo sciopero della sete, mentre quello della fame prosegue insieme a diecimila detenuti.
Quindi, la rosa di questa settimana va proprio a Marco Pannella, per la sua tenacia nell'affrontare le cose, per la sua grande forza e dignità morale. Una rosa da aggiungere a quella che stringe in pugno e che costituisce il simbolo del Partito Radicale.
Il blog di Mattia Toscani, il blog del romanzo La schiuma della memoria, La rosa della settimana
La schiuma della memoria
Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
lunedì 27 giugno 2011
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