Alcide Cervi è il padre dei Sette fratelli Cervi.
Alcide nasce il 6 maggio del 1875. E' contadino, seguendo le orme paterne, prima mezzadro e, dopo il 1934, affittuario, nella zona fra Gattatico e Campegine, due Comuni della provincia di Reggio Emilia. Antifascista, aderente al Partito Popolare, trasforma la sua casa, durante la Resistenza, in un rifugio per antifascisti e in gruppo partigiano operativo, insieme ai suoi figli, la cosiddetta Banda Cervi. Alcide ebbe con la moglie Genoveffa nove figli, due femmine e i sette fratelli: Diomira, Rina; Gelindo (1901), Antenore (1906), Aldo (1909), Ferdinando (1911), Agostino (1916), Ovidio (1918), Ettore (1921).
Il cascinale della famiglia Cervi diviene porto sicuro per antifascisti e partigiani feriti, nonché per i prigionieri stranieri sfuggiti ai nazifascisti, fra cui diversi soldati dell'Armata Rossa, poi aggregatisi alla lotta partigiana come strateghi militari.
Per diverse settimane, nel 1943, il gruppo dei Fratelli Cervi riesce a mantenere un'intensa attività militare contro i fascisti, ma successivamente, nella notte tra il 24 e il 25 novembre 1943, durante un rastrellamento, viene sorpreso nella abitazione stessa dei Cervi dalle pattuglie fasciste insieme a alcuni partigiani russi, a Dante Castellucci e a Quarto Camurri. Dopo un breve scontro a fuoco vengono tutti catturati. I fratelli Cervi vengono trasportati nel carcere politico dei Servi a Reggio Emilia.
Nello stesso anno, il 27 dicembre, viene ucciso il segretario del Partito Fascista di Bagnolo in Piano (RE) Davide Onfiani e, per rappresaglia, il 28 dicembre tutti i figli di Alcide vengono uccisi, per decisione dei dirigenti fascisti di Reggio Emilia.
L'8 gennaio del 1944, un bombardamento apre ad Alcide una via per fuggire dal carcere dove era stato trasferito. Tornato a casa, non viene subito informato della morte dei figli. Una volta messo al corrente, reagisce con grande forza d'animo.
Solo nell'ottobre del 1945 Alcide Cervi potrà far sì che venga celebrato un funerale solenne per i suoi figli. Nel pomeriggio del 28 ottobre, dopo la manifestazione di affetto dei cittadini emiliani, i feretri dei fratelli sono portati al cimitero di Campegine.
Per il suo impegno partigiano e per quello dei suoi figli, gli fu consegnata una medaglia d'oro creata dallo scultore Marino Mazzacurati. La medaglia reca da un lato l'immagine di Alcide Cervi e dall'altro un tronco di quercia tra i cui rami spezzati compaiono le 7 stelle dell'orsa. Durante la consegna, Alcide pronunciò un discorso di cui sono ancora ricordate queste parole: "Mi hanno sempre detto... tu sei una quercia che ha cresciuto sette rami, e quelli sono stati falciati, e la quercia non è morta... la figura è bella e qualche volta piango... ma guardate il seme, perché la quercia morirà, e non sarà buona nemmeno per il fuoco. Se volete capire la mia famiglia, guardate il seme. Il nostro seme è l'ideale nella testa dell'uomo."
Alcide Cervi si spegne a 95 anni, nel 1970. Oltre 200.000 persone si riuniscono a Reggio Emilia per l'estremo saluto.
Nella casa colonica, ubicata fra Gattatico e Campegine è stato realizzato un Museo della Resistenza, chiamato semplicemente Casa Cervi (Istituto Alcide Cervi).
http://www.fratellicervi.it/
Il blog di Mattia Toscani, il blog del romanzo La schiuma della memoria, La rosa della settimana
La schiuma della memoria
Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
venerdì 6 maggio 2011
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