L'evento della settimana è l'arresto di Assange, giornalista e hacker australiano, uno dei fondatori e portavoce di Wikileaks, associazione senza fini di lucro (cosa da sottolineare in un tempo in cui le notizie si vendono e si comprano), il cui sito pubblica i dispacci segreti della diplomazia, mette in piazza, nella piazza virtuale, ciò che si vorrebbe restasse in cassetti chiusi a chiave.
Il 18 novembre 2010 il tribunale di Stoccolma spicca un mandato d'arresto in contumacia nei confronti di Assange, con l'accusa di stupro, molestie e coercizione illegale (da qui la riserva da sciogliere sulla rosa, lo stupro è un reato ignobile). Però, informandosi meglio, la riserva va verso un naturale scioglimento. La denuncia era stata fatta da due sue ex-amanti dopo che esse avevano appreso l'una dall'altra di aver avuto rapporti sessuali con Assange. L'accusa rivolta ad Assange, com'è stato poi chiarito, si riferiva al rifiuto di sottoporsi ad un controllo medico sulle malattie sessualmente trasmissibili dopo aver avuto rapporti sessuali non protetti con due donne consenzienti, reato punibile in Svezia, comportamento discutibile, ma difficilmente definibile stupro, direi, essendo le donne consenzienti. Molti hanno sollevato dubbi sulla natura del provvedimento, mettendo in rilievo la coincidenza temporale con l'avvento di nuove rivelazioni che, a detta del Pentagono, sarebbero "un tentativo irresponsabile di destabilizzare la sicurezza globale". Il 20 novembre è stato spiccato un mandato di arresto internazionale tramite l'Interpol dalla forza di polizia svedese. In aggiunta è stato diramato un mandato di arresto nell'Unione Europea. Quanta polvere per non aver indossato un profilattico durante rapporti sessuali con donne adulte e consenzienti...
Lascio perdere ogni paragone con presidenti del consiglio di altri paesi europei, perché il confronto non reggerebbe. La sequenza temporale è in effetti ricca di, chiamiamole così, coincidenze. Il 28 novembre scorso, infatti, WikiLeaks rende di pubblico dominio oltre 250000 documenti diplomatici degli Stati Uniti, sui più svariati argomenti, molti dei quali etichettati come "confidenziali" o "segreti". Per quanto riguarda l'Italia, si tratta più che altro conferme di cose stranote a chiunque legga qualche notiziario in internet o un quotidiano non filo governativo o veda altri tg oltre al minzolino 1 e al non-pervenuto tg 2 della rai, oltre al biscione fedele 4-5-6. Il 7 dicembre, cioè martedì scorso, Assange si presenta spontaneamente negli uffici di Scotland Yard e viene arrestato in seguito al mandato di cattura internazionale. Lo stesso giorno, nel pomeriggio, il tribunale respinge la richiesta di libertà provvisoria su cauzione, appoggiata da diverse personalità del cinema e del giornalismo, e decide di tenerlo in carcere fino al 14 dicembre, per poi trasferirlo in Svezia. Il governo americano e quello svedese sono in contatto per discutere l'estradizione di Assange negli Usa, dove sarebbe accusato di spionaggio.
Allora, la domanda da porsi è: fino a che punto è giusto mantenere segreti i documenti e fino a che punto è giusto rivelarli se si arriva in possesso di essi? Io credo di non sentirmi più sicuro se i segreti restano chiusi nei cassetti, sia che si tratti di vicende attuali, sia che si tratti di vicende del passato, più o meno recente. I tanti misteri italiani, in cui tanti cittadini innocenti e personalità importanti hanno perso la vita, sono ancora rinchiusi in qualche cassetto della Cia o dei servizi segreti italiani. Meglio di tutto ciò è allora far sapere tutto e subito, basta coi segreti nell'era dell'accesso.
Quindi, in attesa di chiarire la sua posizione processuale (ma anche a me il reato che ha portato a spiccare un mandato internazionale sembra più che altro un pretesto e, se le cose stanno come si narra più sopra, si tratta di qualcosa che in molti altri paesi non sarebbe nemmeno reato, ma sarebbe derubricato a semplice litigio o a maleducazione o, al limite, a comportamento scorretto e scortese), attribuisco la rosa della settimana a Julian Assange, hacker col pallino e il viziaccio della trasparenza. Al suo sogno di rivoluzione della trasparenza su web.
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