Robert Owen nasce a Newtown, in Galles, il 14 maggio del 1771. E' considerato uno dei primi socialisti, uno dei socialisti utopisti, corrente di pensiero affermatasi nella prima metà dell'Ottocento. A soli diciannove anni divenne imprenditore a Manchester, dove dirigeva una fabbrica di filati di cotone, nella quale mise in luce notevoli capacità gestionali. Cresciuto secondo il pensiero liberale di Bentham, seppe immaginare qualcosa che andava ben al di là del libero mercato. Nel 1799 rilevò a Glasgow in Scozia l'impianto di New Lanark, che condusse secondo i suoi principi fra il 1800 e il 1825. Sostituì i negozi di prodotti scadenti riservati agli operai (che vi spendevano una moneta utilizzabile solo lì) con negozi cooperativi di prodotti di ottima qualità, fondò la prima scuola d'infanzia della Gran Bretagna per i figli degli operai. Intorno al 1815 teorizzò il suo modello ideale di socialismo comunitario.
Comunità di 1200 persone dovevano essere insediate su tenute di 1000-1500 acri (4-6 km²), dimensioni affini a quelle di New Lanark. Tutti avrebbero risieduto in un grande edificio quadrato con cucine e refettori pubblici, ma appartamenti familiari privati. I bambini sarebbero stati affidati alla famiglia fino ai tre anni e successivamente alla comunità, con libero accesso a loro da parte dei genitori. Il lavoro e il godimento dei suoi frutti sarebbero stati comuni. Le comunità potevano essere istituite da individui, parrocchie, contee, anche dallo Stato; comunque con efficace supervisione di personale qualificato.
Owen sostenne poi che questa era la miglior forma di riorganizzazione della società in generale, secondo idee che non mutò per il resto della vita. Il numero adatto per una buona comunità di lavoro era un'associazione di 500 - 3000 persone che, nei limiti del possibile, sarebbe stata auto-sufficiente. "As these townships should increase in number, unions of them federatively united shall be formed in circles of tens, hundreds and thousands", fino ad abbracciare il mondo intero. La visione utopistica di Owen si rivelò efficace, incrementando in modo inatteso il livello di vita dei suoi cittadini, circondandoli di strutture pulite e sane, di attività ricreative per i lavoratori, con salari sopra la media e con l'aggiunta di un sistema previdenziale unico al mondo nel periodo e anticipatore di quasi un secolo delle politiche novecentesche di Welfare (che in gran parte dell'Europa divennero comuni solo a seguito della Prima guerra mondiale e si espansero dopo la Seconda). Oltre a ciò, ottenne dei risultati economici di indubbio pregio nel settore tessile: in breve New Lanark divenne uno dei centri industriali più importanti nella produzione e filatura del cotone di tutta Europa. Il sistema socialista creato da Owen divenne immediatamente un centro di studi per tutta l'emergente borghesia inglese e dimostrò come un lavoratore felice e soddisfatto rendesse meglio di un lavoratore oppresso e sfruttato. Gli esperimenti condotti secondo il suo modello in tutta Europa e anche negli Stati Uniti d'America hanno spesso avuto un grande successo limitato nel tempo, alcuni altri, se non seguiti da lui direttamente, sono stati un fallimento. L'umanità probabilmente non era pronta alle idee di Owen. Le idee devono essere incarnate e vissute, non semplicemente applicate come una tecnologia. Le comuni nate negli anni Sessanta e Settanta, almeno in parte riprendevano le idee di Owen. Sulle idee di Owen è stata ideata la progettazione del vecchio borgo di Campomaggiore, piccolo centro lucano, costruito perfettamente a scacchiera, con la chiesa e il palazzo baronale, uno di fronte all'altro ai lati della grande piazza, e con l'idea di programmare e attrezzare il borgo per ospitare un preciso numero di abitanti (circa 1600) in un sistema di convivenza perfetta. Il borgo per anni, fino alla sua distruzione a causa di una frana, è stato il paese dell'Utopia. Una comunità "alla Owen", a declinata sul versante della produzione agricola, rispettando la vocazione del territorio lucano. Questo è, anche, incarnare un'idea, senza applicarla pedissequamente. Gli abitanti avevano tutti un pezzo di terra da coltivare con un numero di ulivi predeterminato e una vigna. La Piazza centrale fu chiamata "dei Voti" per ricordare l'impegno che presero le prime 16 famiglie nella costruzione del paese. I conti Rendina emanarono un editto che prevedeva un alloggio e terreno da coltivare a chiunque si fosse trasferito a Campomaggiore, richiamarono poi delle maestranze di Bitonto per la piantagione di ulivi nel territorio circostante. Nel 1833 la popolazione era di 1500 persone, era una delle prime ad avere una stazione ferroviaria, un cimitero e una grande fontana come lavatoio, e vari frantoi dislocati sul territorio, e il comando delle forze armate. Era un paese all'avanguardia. Poi una frana distrusse il paese, che fu abbandonato per essere ricostruito 400 metri più in alto. Più che fallimento dell'Utopia, questa è vera malasorte. Oggi a Campomaggiore c'è un Parco della Scultura, che unisce in un itinerario il paese vecchio, col suo tipico aspetto di paese fantasma ruderale e il paese nuovo.
Il blog di Mattia Toscani, il blog del romanzo La schiuma della memoria, La rosa della settimana
La schiuma della memoria
Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
sabato 14 maggio 2011
Robert Owen e l'utopia di Campomaggiore
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