Ma il peggio doveva ancora accadere. La notte successiva, dalla caserma-prigione di via Walter Branchi ormai affollata di antifascisti e di loro famigliari, sequestrati e segregati nel corso di quelle settimane, vennero prelevati sette prigionieri che furono trascinati, già moribondi per le percosse subite durante la detenzione, in piazza Garibaldi. Nel silenzio, alla sola presenza delle autorità tedesche e fasciste, i sette vennero finiti a colpi d’arma da fuoco.
I loro corpi furono trasportati, notte tempo, al cimitero della Villetta dove furono abbandonati davanti al cancello d’ingresso fino alla mattina successiva.
I loro nomi: Giuseppe Barbieri (Parma, 30 anni), Afro Fanfoni (S.Secondo, 40 anni), Vincenzo Ferrari (Parma, 41 anni), Gedeone Ferrarini (S.Pancrazio, 39 anni), Eleuterio Massari (Parma, 42 anni), Ottavio Pattacini (Sant’Ilario d’Enza, 38 anni), Bruno Vescovi (Parma, 19 anni).
Come ricorda il sito twimc
http://www.twimc.it/
"Sono
trascorsi 67 anni, ma il tempo non ha cancellato nella mente e nel cuore
dei parmigiani uno degli atti più crudeli della nostra storia,
perpetrato dai fascisti verso sette persone colpevoli solo di trovarsi
nelle loro mani in quel maledetto giorno in cui decisero di dare corso
alla più atroce delle vendette.
Giovedì 1°
settembre in Piazza Garibaldi, dinanzi all’ingresso del Palazzo del
Governatore, viene ricordato il sacrificio dei partigiani prelevati
dalla caserma e dalla sede della brigata nera e trucidati per
rappresaglia dai nazifascisti, dopo atroci sevizie, nella notte del
primo settembre 1944, i cui corpi martoriati furono trasportati da
Piazza Garibaldi e lasciati davanti alla Villetta come barbaro monito di
ciò che poteva accadere agli oppositori del regime".
Un disegno di Remo Gaibazzi che ricorda l'episodio
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