La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

giovedì 1 settembre 2011

Sette martiri antifascisti, 67 anni fa, a Parma

Le settimane che accompagnarono la fine dell’estate del 1944 rappresentarono uno dei momenti più dolorosi e tragici della guerra per il movimento di liberazione antifascista e per la città di Parma. Il 31 agosto un nucleo partigiano uccise in un agguato due esponenti della brigata nera cittadina provocando la reazione, immediata e violenta, dei fascisti locali. Uomini in divisa nera percorsero in formazione il quartiere popolare dell’Oltretorrente, seminando terrore e devastando numerosi esercizi pubblici, perché frequentati da antifascisti, in piazzale Corridoni e nella centralissima via M. D’Azeglio. Durante quella spedizione scellerata perse la vita Cleonice Cavalca, affacciatasi alla finestra di casa al passaggio dei fascisti. Nelle stesse ore, squadre di brigatisti neri assaltarono anche le case comunali in via Venezia (i cosiddetti capannoni del Cristo) dove i fascisti sospettavano abitassero alcuni dei partigiani che avevano partecipato all’azione  del pomeriggio. Spararono sulle case dal terrapieno della ferrovia, ferendo diversi abitanti, alcuni  di loro in modo grave.
Ma il peggio doveva ancora accadere. La notte successiva, dalla caserma-prigione di via Walter Branchi ormai affollata di antifascisti e di loro famigliari, sequestrati e segregati nel corso di quelle settimane, vennero prelevati sette prigionieri che furono trascinati, già moribondi per le percosse subite durante la detenzione, in piazza Garibaldi. Nel silenzio, alla sola presenza delle autorità tedesche e fasciste, i sette vennero finiti a colpi d’arma da fuoco.
I loro corpi furono trasportati, notte tempo, al cimitero della Villetta dove furono abbandonati davanti al cancello d’ingresso fino alla mattina successiva.
I loro nomi: Giuseppe Barbieri (Parma, 30 anni), Afro Fanfoni (S.Secondo, 40 anni), Vincenzo Ferrari (Parma, 41 anni), Gedeone Ferrarini (S.Pancrazio, 39 anni),  Eleuterio Massari (Parma, 42 anni), Ottavio Pattacini (Sant’Ilario d’Enza, 38 anni), Bruno Vescovi (Parma, 19 anni).
Come ricorda il sito twimc
http://www.twimc.it/

"Sono trascorsi 67 anni, ma il tempo non ha cancellato nella mente e nel cuore dei parmigiani uno degli atti più crudeli della nostra storia, perpetrato dai fascisti verso sette persone colpevoli solo di trovarsi nelle loro mani in quel maledetto giorno in cui decisero di dare corso alla più atroce delle vendette.
Giovedì 1° settembre in Piazza Garibaldi, dinanzi all’ingresso del Palazzo del Governatore, viene ricordato il sacrificio dei partigiani prelevati dalla caserma e dalla sede della brigata nera e trucidati per rappresaglia dai nazifascisti, dopo atroci sevizie, nella notte del primo settembre 1944, i cui corpi martoriati furono trasportati da Piazza Garibaldi e lasciati davanti alla Villetta come barbaro monito di ciò che poteva accadere agli oppositori del regime".

Un disegno di Remo Gaibazzi che ricorda l'episodio

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