Oggi 5 gennaio PEPPINO IMPASTATO compirebbe 63 anni e suo fratello Giovanni, i suoi compagni di allora, tutti coloro che si ispirano alle sue idee e al suo lavoro contro la mafia lo festeggiano con una lunga no-stop su RADIO CENTOPASSI (sul web) e, in parte, a RADIO POPOLARE NETWORK. Peppino Impastato era un comunista rivoluzionario non violento, aderente alle formazioni della Nuova Sinistra degli anni '70. Si candidò al consiglio comunale nelle liste di Democrazia Proletaria. Viveva a Cinisi, in una casa a cento passi da quella del boss Gaetano Badalamenti. Lavorava in una radio libera, Radio Aut, dalle cui trasmissioni denunciava gli affari della mafia. Proprio per questo fu ucciso, ma il suo assassinio, inizialmente, fu classificato come incidente durante un attentato terroristico di cui sarebbe stato l'autore. Infatti, Peppino fu fatto esplodere nella notte fral'8 e il 9 maggio del 1978 col tritolo, legato ai binari della ferrovia. Il giorno successivo fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro, quindi l'episodio di Cinisi passò sotto silenzio. Pochi giorni dopo ci furono le elezioni del consiglio comunale, nelle quali risultò eletto con 260 preferenze (DP al 6%): evidentemente, come scelta simbolica da parte dei suoi elettori, come gesto d'amore e di memoria nei suoi confronti. Successivamente, la sua morte venne classificata come suicidio, in base al ritrovamento di una lettera scritta da Peppino molto tempo prima. In seguito al lavoro del magistrato Chinnici, ucciso a sua volta dalla mafia nel 1983, e alle ricerche documentate fornite dalla famiglia Impastato e dal Centro di Documentazione Peppino Impastato a lui dedicato (animatore Umberto Santino), il caso venne classificato come omicidio mafioso, prima da parte di ignoti, poi attribuito a Gaetano Badalamenti. Il film I cento passi di Marco Tullio Giordana ricostruisce nel 2000 la vicenda. I Modena City Ramblers, nel 2004, gli dedicano una canzone con lo stesso titolo del film nell'album Viva la vida, muera la muerte!
Oggi è anche l'anniversario dell'assassinio mafioso di PIPPO FAVA (5 gennaio 1984), l'indimenticabile direttore de "I SICILIANI", che, oltre a portare avanti il suo straordinario lavoro di denuncia degli intrecci fra mafia, politica e imprenditoria, fu anche un'autentica fucina quasi unica dove si formò una generazione di giovani giornalisti di grande talento ed impegno (tra gli altri Riccardo Orioles, Michele Gambino e il figlio Claudio Fava, attuale portavoce di Sinistra Ecologia Libertà).
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