Tranquilli, niente di grave, niente di brutto: facile pensarlo in questi giorni terribili.
No, stavolta è successo qualcosa di bello. La Fiom, che ha proclamato lo sciopero dei metalmeccanici per domani a livello nazionale, ha svolto il suo sciopero regionale per l'Emilia Romagna oggi, con un giorno di anticipo. Il motivo? Domani a Modena è la festa del santo patrono, quindi per non sovrapporsi alla festività lo sciopero è stato anticipato in tutta la regione.
Una mattina bella. Sul palco oltre a Landini, segretario generale nazionale della Fiom, si sono succeduti vari oratori, che hanno dimostrato come difendere la dignità del lavoro come bene comune e come fonte della cittadinanza sia un compito di tutti coloro che si riconoscono nei valori della Costituzione e della libertà di espressione e di opinione.
Manifestazione partecipatissima. In attesa dell'intervento di Landini, venivano snocciolati i dati delle adesioni delle principali fabbriche emiliane: dato minimo il 60% di partecipazione allo sciopero, con punte addirittura del 100% in alcune realtà produttive.
Questo dimostra che avrà vita dura chi vuole imporre ricatti ai lavoratori e trasformare l'accordo separato Fiat in un grimaldello per scardinare un sistema di relazioni sindacali basato sul confronto alla pari, nel rispetto della dignità di ciascuno.
La Fiom ha oggi dimostrato di essere in Emilia il sindacato di gran lunga più rappresentativo degli operai metalmeccanici. Fossi nei sindacati firmatari degi accordi, qualche domanda me la porrei.
Aspettiamo l'esito di domani, sarà un giorno importante e speriamo che in tutta Italia l'adesione sia quella di oggi in Emilia, per dire un chiaro no a chi vuole imporre la rinuncia a diritti acquisiti col ricatto sul posto di lavoro. Il tentativo in corso è quello di rendere tutti precari, di smantellare la possibilità di aggregazione far lavoratori. Il lavoro di un precario isolato è solo merce sul mercato, debole e ricattabile. E' questo che vogliono, ma stando a quanto visto e sentito oggi, in molti vogliono dire di no. E ci sono state anche delle proposte interessanti.
Il lavoro è un bene comune, come l'acqua, come l'istruzione, come il suolo, come l'ecosistema.
Dalla piazza di oggi è salita forte la richiesta di uno sciopero generale di tutti i lavoratori, perché non solo i metalmeccanici sono sotto pressione. I lavoratori pubblici e quelli della scuola da almeno un anno sono fortemente penalizzati nell'indifferenza generale.
Un sorridente Claudio Fava, portavoce di Sinistra e Libertà, ha partecipato in piazza Maggiore alla manifestazione, senza intervenire dal palco, in mezzo ai manifestanti.
Stefano Tassinari, scrittore bolognese, ha portato il saluto di un gruppo di scrittori, fra cui anche Marcello Fois, che hanno espresso tutta la loro partecipazione alla manifestazione, cercando di saldare la difesa della cultura a quella del lavoro, perché entrambi sono beni comuni e come tali devono essere difesi.
Maurizio Landini, segretario Fiom. "Le imprese che vogliono investire davvero per migliorare la produzione devono investire sulle intelligenze, sulla ricerca e sulla formazione. Occorre saldare lavoro e innovazione nel rispetto dell'ambiente. La scuola e l'università devono insegnare come sia possibile produrre senza rifiuti e senza inquinamento, innovando il modo di guardare al mondo della produzione e a quello del lavoro, perché i giovani sentano che sono protagonisti del futuro e del progresso e non solo destinati a essere precari".
Proposte molto chiare e decisamente avanzate, altro che saper dire solo no.
La bandiera della Flc, il sindacato dei lavoratori della cultura, vale a dire tutti gli operatori della scuola, dell'università e della ricerca, docenti e non docenti.
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