La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

domenica 24 aprile 2011

Una rosa per Vik

Oggi a Bulciago, paese in provincia di Lecco, si sono svolti i funerali di Vittorio Arrigoni, sequestrato e ucciso da frange ultranazionaliste del popolo al quale Vittorio stava dedicando la sua vita, il popolo palestinese. Ucciso a Gaza, la terra che amava, che aveva eletto come seconda patria, dove tutti l conoscevano di persona, a differenza di Bulciago dove, per la maggior parte, avevano solo sentito parlare di lui. O lo avevano conosciuto su facebook, come raccontava stamattina un ragazzino a Radio Popolare.
La famiglia ha voluto che dopo il funerale ci fosse una specie di festa. E niente slogan, niente bandiere di partito. Vittorio, detto Vik, diceva: "...io non credo nei confini, nelle bandiere, nelle barriere...". In tutta evidenza si riferiva al muro eretto contro i Palestinesi nella striscia di Gaza, ma le sue parole divengono in questo momento un simbolo universale di internazionalismo messo in pratica. E ben compreso da chi ha fatto dell'ultranazionalismo la sue cieca fede e quindi ha colpito chi difendeva il popolo palestinese, ma in una visione, appunto internazionalista e non nazionalista. Che tristezza. La solita storia del nemico interno. E il nemico proprio non c'era, c'era una persona amata da molti. Così la sua vita è stata umana per antonomasia, come ricordavano gli slogan dei suoi compagni e dei palestinesi allibiti, feriti per la perdita di quello che consideravano un fratello: "Vittorio nel cuore, restiamo umani", c'era scritto su un cartello molto semplice, scritto a mano, portato da una donna palestinese a Fiumicino, quando giovedì il corpo di Arrigoni è arrivato da Gaza. Nel manifesto funebre, preparato dalla madre, non c'era il colore nero, ma i colori dell'arcobaleno, simbolo di pace, con la scritta:"Io non credo nelle barriere". Un ultimo abbraccio nel segno della resurrezione: non è stata una messa funebre, ma una messa pasquale svolta in un luogo anomalo, una palestra; nella quale, dopo il rito, di è svolto un incontro conviviale, per ricordare la vitalità e la voglia di vivere in pace che contraddistingueva Vik. La madre Egidia racconta la sua commozione legata a una lettera ricevuta nei giorni scorsi dall'Anpi di Como, che dedicherà la festa di domani, 25 aprile, festa della Liberazione, proprio a Vittorio Arrigoni, "per il suo esempio e per il suo sacrificio, che ricorderemo in tutte le circostanze e in tutte le nostre sezioni". E oggi pomeriggio, dopo la messa, è stata intonata Bella ciao, come estremo saluto. A chi, la liberazione, l'aveva nel cuore.
Buon viaggio Vik, questa rosa è per te.

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