La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

venerdì 25 febbraio 2011

Valerio Verbano, una storia complicata

Oggi 25 febbraio Valerio Verbano compirebbe 50 anni. Era nato nel 1961. Invece non gli permisero di arrivare nemmeno a 19, essendo stato ucciso in un agguato in casa il 22 febbraio del 1980. Valerio Verbano era comunista, militante di Autonomia Operaia. Il suo impegno politico era cominciato nel 1975, al liceo Archimede, la scuola che frequentava. Come molti ragazzi di allora divideva la sua passione politica con altri interessi: la musica dei Beatles e dei Pink Floyd e la Roma, sua squadra del cuore. Un altro dei suoi interessi era la fotografia, ed è proprio attraverso i suoi scatti che egli inizia a documentare gli avvenimenti politici dell'epoca e a redigere una personale inchiesta sui movimenti di estrema destra nella capitale.
Valerio Verbano, seguendo una consuetudine diffusa nella sinistra extraparlamentare, aveva condotto indagini personali e redatto un fascicolo, poi detto dossier NAR, nel quale aveva raccolto molte informazioni e documentazione fotografica sull'estremismo di destra romano, con molti nomi, foto, luoghi di riunione, amicizie politiche e presunti legami con gli apparati statali.
Nel 1979 Valerio Verbano era stato arrestato con l'accusa di fabbricazione di materiale incendiario: la perquisizione della sua casa aveva portato al sequestro, oltre che di un'arma da fuoco, anche del materiale d'inchiesta, come viene indicato anche nel verbale. Poco dopo i documenti sequestrati dalla polizia scompaiono dagli archivi.
Il 22 febbraio 1980 Valerio Verbano muore assassinato per mano degli stessi terroristi di cui aveva seguito con attenzione le gesta e le collusioni con la criminalità organizzata romana, tra cui anche la Banda della Magliana, probabile autrice, pur se mai è stato dimostrato, del delitto Pasolini.
Nel bailamme delle rivendicazioni che emergono nelle ventiquattro ore successive, la più attendibile sembra essere quella dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari), la cui responsabilità penale verrà ascritta anche in sede giudiziaria. Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, da sempre, negano la paternità dell'omicidio.
Il 23 giugno 1980 viene assassinato dai Nar il giudice Amato, a poche centinaia di metri dalla casa di Verbano. Amato si occupa delle inchieste sull'eversione nera e ha in carico anche quella sull'omicidio di Valerio. Nelle mani del giudice si trova anche il dossier che Valerio aveva preparato sui rapporti tra neofascismo, forze dell'ordine e politica, e che gli era stato sequestrato nell'aprile del 1979 quando è tratto in arresto per sette mesi con l'accusa di aver fatto esplodere un ordigno rudimentale in un casolare abbandonato. Centinaia di pagine con nomi, date, indirizzi, foto, che "scompariranno" tra le stanze e i corridoi della procura e che in moltissimi, a cominciare dalla madre Carla, sono convinti essere la causa della sua morte.
 La dinamica del delitto Verbano è nota: il 22 febbraio del 1980, alle 12,44, tre giovani armati e coperti da un passamontagna entrano in casa Verbano, al quarto piano di via Monte Bianco 114 nel quartiere Monte Sacro di Roma, dichiarando ai genitori del giovane di essere suoi amici e di voler parlare con lui; armati di pistole con silenziatore, dopo essere entrati immobilizzano i genitori nella loro camera ed attendono Valerio, che non è ancora tornato da scuola. Quando alle 13,40 apre la porta di casa viene subito assalito dai tre. Segue una colluttazione, durante la quale Verbano riesce anche a disarmare uno dei tre assalitori; il ragazzo tenta poi di fuggire dalla finestra dell'appartamento ma è raggiunto da un colpo di pistola alla schiena che gli perfora l' intestino. Morirà poi nell'ambulanza che lo stava trasportando all'ospedale.
L'omicidio è rimasto impunito. Alcuni pensano che dietro l'ipotesi dei NAR si nascondesse in realtà qualche personalità dei servizi segreti deviati, spesso in combutta con la Banda della Magliana. Il cerchio si chiude. Una storia complicata, ma forse non troppo.
A 31 anni di distanza dall'omicidio di Valerio, si giunge a una svolta. Così, il corteo che si svolge a Roma tutti gli anni in ricordo di Valerio ha assunto quest'anno un nuovo significato: la speranza che mai ha abbandonato la madre del ragazzo, Carla Zappelli, oggi ultraottantenne, di giungere alla verità. Due nomi sarebbero iscritti nel registro degli indagati. Uno di loro si trova all'estero, l'altro è un libero professionista affermato. L'ipotesi ora più accreditata è che l'uccisione di Valerio servisse a un gruppo neofascista per contendere la supremazia nei NAR a Giusva Fioravanti e Francesca Mambro. Comunque all'interno dei NAR la discussione aveva portato a definire come nemici non tanto i comunisti dell'autonomia, ma piuttosto il sistema istituzionale. L'omicidio Amato (un giudice, quindi una figura istituzionale) servì a ribadire questo concetto.
Per saperne di più su questa vicenda: http://www.valerioverbano.it/dblog/
il blog curato dalla madre di Valerio.
Qui sotto un murales deidcato a Valerio Verbano, a Roma.

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