La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

domenica 26 dicembre 2010

Natale di prima e seconda mano

NATALE (1978)





C'è la luna sui tetti e c'è la notte per strada
le ragazze ritornano in tram
ci scommetto che nevica, tra due giorni è Natale
ci scommetto dal freddo che fa.
E da dietro la porta sento uno che sale
ma si ferma due piani più giù
un peccato davvero ma io già lo sapevo
che comunque non potevi esser tu
E tu scrivimi, scrivimi
se ti viene la voglia
e raccontami quello che fai
se cammini nel mattino e ti addormenti di sera
e se dormi, che dormi e che sogni che fai.
E tu scrivimi, scrivimi per il bene che conti
per i conti che non tornano mai
se ti scappa un sorriso e ti si ferma sul viso
quell'allegra tristezza che ci hai
Qui la gente va veloce ed il tempo corre piano
come un treno dentro a una galleria
tra due giorni è Natale e non va bene e non va male
buonanotte torna presto e così sia.
E tu scrivimi, scrivimi
se ti viene la voglia
e raccontami quello che fai
se cammini nel mattino e ti addormenti di sera
e se dormi, che dormi e che sogni che fai.



NATALE DI SECONDA MANO (2001)


Oggi è tempo d'incendi, organizziamo presepi
Dalle stelle tu scendi e ci senti e ci vedi
Addormentati in panchina o indaffarati a far niente
Ed il freddo che arriva, ci brucia e ci spegne
Non c'è nessun segreto, nessuna novità
Non c'è nessun mistero, nessuna natività
Io ti regalo una foglia da masticare col pane
E tu una busta di vino per passare la fame
Sior capitano aiutaci ad attraversare
questo mare contro mano
Sior capitano, da destra o da sinistra non veniamo
e questa notte non abbiamo
Governo e parlamento non abbiamo e ragione
Ragione o sentimento non conosciamo
e quando capita ci arrangiamo
E ci arrangiamo
Con documenti di seconda mano
Con documenti di seconda mano

Oggi è tempo d'attesa, organizziamo qualcosa
Mentre balla sul marciapiede, la vita in rosa
Che ci guarda e sorride e non ci tocca mai
Ultimi di tutto il mondo, piccoli fiammiferai
Non c'è nessun perdono in tutta questa pietà
Non c'è nessun calore, nessuna elettricità
E oggi parlano i cani per sentirsi più buoni
Intorno al nostro fuoco cantano canzoni
Sior capitano aiutaci a attraversare
questo mare contro mano
Sior capitano, da destra o da sinistra non veniamo
e questa notte non abbiamo
Governo e parlamento non abbiamo e ragione
Ragione o sentimento non conosciamo
e quando capita ci arrangiamo
E ci arrangiamo
Con documenti di seconda mano
Con documenti di seconda mano 
Oggi mi sono venute in mente queste due canzoni di Francesco De Gregori.
Nella prima, Natale, del 1978, il cantautore immagina una situazione di assenza, il pensiero va a una donna partita, che non può ritornare e c'è l'invito alla compagna a scrivere (una lettera, naturalmente: non c'erano altre possibilità di scrittura, sms o mail...), a farsi viva. Ci sono dentro la curiosità e la nostalgia, l'attesa delle notizie. Il Natale si avvicina e il cantautore descrive la sua sommessa tristezza, sorretta però da un ritmo che culla la voce e da una musica simile a una sorta di valzer natalizio, dunque in regola con la tradizione delle classiche canzoni  natalizie americane.
Sono due canzoni tristi: la prima malinconica e con un fondo di ottimismo sulle notizie in arrivo, dove l'atmosfera del Natale di gioia è solo accantonato per un attimo:
E tu scrivimi, scrivimi per il bene che conti
per i conti che non tornano mai
se ti scappa un sorriso e ti si ferma sul viso
quell'allegra tristezza che ci hai
Qui la gente va veloce ed il tempo corre piano
come un treno dentro a una galleria
tra due giorni è Natale e non va bene e non va male
buonanotte torna presto e così sia. )
 Ventitre anni dopo, qualcosa è cambiato, anzi, sono cambiate molte  cose.
In Natale di seconda mano (2001), il cantautore stavolta dà voce a degli immigrati, poveri homeless nella prima strofa, musicisti rom o qualcosa di simile nella seconda. Immigrati senza documenti validi, ma solo di seconda mano. Immigrati che si arrangiano, disposti a raccogliere le briciole dell'abbondanza altrui.
La canzone mette in scena un'umanità dolente e umile, priva di voce e di possibilità, priva di speranze, priva di rappresentanza; l'attesa è solo un tentativo di sopravvivere:
Addormentati in panchina o indaffarati a far niente
Ed il freddo che arriva, ci brucia e ci spegne
Non c'è nessun segreto, nessuna novità
Non c'è nessun mistero, nessuna natività
Oggi è tempo d'attesa, organizziamo qualcosa
Mentre balla sul marciapiede, la vita in rosa
Che ci guarda e sorride e non ci tocca mai
Ultimi di tutto il mondo, piccoli fiammiferai
Non c'è nessun perdono in tutta questa pietà
Non c'è nessun calore, nessuna elettricità
E oggi parlano i cani per sentirsi più buoni
Intorno al nostro fuoco cantano canzoni

Uno specchio di come sono cambiate le cose nel frattempo. Fuori di noi e dentro di noi.
Buona serata
 

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