La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

lunedì 3 gennaio 2011

Igiene dell'assassino

Titolo di per sé inquietante, mi viene da dire.
Igiene dell'assassino è il libro che ho letto ieri, il primo romanzo di Amelie Nothomb, scrittrice belga di lingua francese, figlia di un diplomatico e (probabilmente per questo) nata a Kobe in Giappone.
Volevo inaugurare bene l'anno di letture e ho scelto lei per andare sul sicuro.
Nel 2010 ho letto della Nothomb Metafisica dei tubi, Biografia della fame (due libri parzialmente o totalmente autobiografici, sull'infanzia della scrittrice, a partire dalla vita uterina), Stupore e tremori (sull'esperienza lavorativa in Giappone) e lo strepitoso Cosmetica del nemico, romanzo dai dialoghi strabilianti e dalla costruzione narrativa colma di colpi di scena. Geniale, mi ero appuntato sull'ultima pagina.
Amelie Nothomb è pubblicata in Italia da Voland. Ha scritto in tutto 18 romanzi, di cui l'ultimo, Forme de vie, inedito in Italia e uscito il 19 agosto scorso in Francia. Igiene dell'assassino è del 1992: allora Amelie aveva 25 anni. E a 25 anni ha scritto un capolavoro. Scrittura diretta, semplice, sempre dentro alle cose, asciutta e agile.
Ho ricominciato dall'inizio, dal suo primo romanzo, per capire meglio come si è sviluppata la sua scrittura. Infatti, Metafisica dei tubi è del 2000 ed è l'ottavo romanzo, Biografia della fame è del 2004 ed è il dodicesimo, Stupori e tremori è del 1999 ed è il settimo. Cosmetica del nemico è del 2001 ed è il nono.
Questo era stato l'ordine, assolutamente casuale e governato solo dal gradimento dei titoli e dalle note riportate sull'ultima di copertina.
Ma torniamo a Igiene dell'assassino, libro che vive di dialoghi e della paradossale situazione, dichiarata fin dalle prime pagine (quindi non guasto sorprese), di uno scrittore tedesco, premio nobel della letteratura, a cui un cancro recentemente diagnosticato concede solo due mesi di vita.
L'autore notoriamente misantropo, ma soprattutto misogino, decide allora per la prima volta di concedersi a cinque giornalisti, che uno dopo l'altro lo intervistano. Esilarante e avvincente e scritto benissimo. Struttura non lontana da Cosmetica del nemico, tutta a dialoghi e brevissime descrizioni d'ambiente, appena tratteggiate. Anche il titolo, i colpi di scena e la sorpresa finale evidenziano ben più di una semplice somiglianza. Quasi come se Amelie avesse voluto riscrivere la storia da due punti di vista, da due differenti osservatori di segreti indicibili. In realtà le storie sono anche molto diverse, ma c'è questo comune scavo nel passato dei personaggi alla ricerca dell'orrore che non può essere semplicemente casuale.
Insomma, la genialità di Cosmetica del nemico e dei suoi protagonisti è secondo me figlia dell'Igiene dell'assassino. Pulizia apparente che nasconde una brutalità inattesa, superficie lucida e levigata che ricopre le brutture dell'umano, anzi, del maschile, in entrambi i casi.

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