La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

sabato 16 aprile 2011

Charlot, il vagabondo

Il 16 aprile del 1889, a Londra, nacque Charlie Chaplin, destinato a divenire Sir Charles Spencer Chaplin. Fu senz'altro fra i più importanti cineasti del Novecento, in particolare nell'era iniziale del muto. Il personaggio attorno al quale costruì larga parte delle sue sceneggiature, e che gli diede fama universale, fu quello del "vagabondo" (The Tramp in inglese; Charlot in italiano, francese e spagnolo): un omino dalle raffinate maniere e la dignità di un gentiluomo, vestito di una stretta giacchetta, pantaloni e scarpe più grandi della sua misura, una bombetta e un bastone da passeggio in bambù; tipici del personaggio erano anche i baffetti e l'andatura ondeggiante, nonché un sorriso un po' malinconico, ma capace di accendersi in qualsiasi situazione della vita. L'emotività sentimentale e il malinconico disincanto di fronte alla spietatezza e alle ingiustizie della società moderna, fecero di Charlot l'emblema dell'alienazione umana - in particolare delle classi sociali più emarginate - nell'era del progresso economico e industriale. I film che resero famoso nel mondo il suo vagabondo dolcissimo furono Il monello (1921), La febbre dell'oro (1925). A partire dal 1927, il sonoro cominciò ad affermarsi e Chaplin si trovò da un lato spiazzato, avendo costruito il suo Charlot per il cinema muto; dall'altro, era sospettoso verso un'innovazione tecnologica che a suo avviso snaturava l'essenza poetica del film. Comunque, nel 1929, l'assegnazione del suo primo premio Oscar, lo consacrò come la prima star a vincere tale premio (e a tutt'oggi è rimasto il più giovane regista ad averlo vinto). Chaplin girò nel 1931 Luci della città, un film muto accompagnato dalla musica. Fu il primo film di Chaplin con sonoro e musiche sincronizzate. All'inizio del film la voce delle persone è resa con il suono degli strumenti musicali. Nel 1936 fu la volta di Tempi moderni, un altro capolavoro del muto. http://it.wikipedia.org/wiki/Tempi_moderni
 Charlot qui è il vero alienato da catena di montaggio, fino a provocare lo stop della produzione con gesti irridenti di ribellione, per finire poi in clinica (considerato esaurito) e infine in carcere. Poi varie avventure e disavventure, in piena crisi economica, poi l'amore, quello vero.
Il grande dittatore (1940)fu il primo film completamente sonoro di Chaplin, girato e distribuito negli Stati Uniti poco prima dell'entrata nella Seconda guerra mondiale. Nel film, Chaplin interpreta due personaggi: Adenoid Hynkel, il dittatore di Tomania, esplicitamente ispirato ad Adolf Hitler, e un barbiere ebreo perseguitato dai nazisti. Commedia degli equivoci con scambio di persona e momenti poetici.
Nel 1942 conobbe la diciassettenne Oona O'Neill, figlia del celebre drammaturgo Eugene O'Neill, terzo e ultimo dei suoi grandi amori, che divenne sua moglie nel 1946: da lei ebbe otto figli, tre nati negli Stati Uniti e cinque in Svizzera.
Nel 1947 girò Monsieur Verdoux, ispirato alla storia vera di Henry Landru, alias Barbablù, criminale e assassino seriale, soprattutto di donne.
Già all'uscita di Monsieur Verdoux venne pubblicamente accusato di "filocomunismo" e nel 1949 divenne uno dei bersagli del movimento innescato dal senatore Mc Carthy. Chaplin negò sempre, con veemenza. Disse anche che era stanco di rispondere sempre alla stessa domanda.
Nel 1951 iniziò a girare quello che sarebbe stato il suo film d'addio a un certo modo di fare cinema: Luci della ribalta, tratto da un suo romanzo Footlights, mai pubblicato. Fu il suo ultimo film prodotto a Hollywood, e anche l'unico che interpretò assieme ad un altro mattatore del cinema muto: Buster Keaton.
Il sistema americano ormai mal tollerava questo inglese che mai aveva chiesto la nazionalità e col suo lavoro veniva considerato un sovversivo. Così, nel 1952, mentre egli si trovava in viaggio verso l'Europa per una vacanza, il ministro della giustizia statunitense dispose per pubblico decreto che a Chaplin, in quanto cittadino britannico, non sarebbe stato permesso di rientrare nel paese a meno che non avesse convinto i funzionari dell'immigrazione di essere "idoneo". Avutane notizia, Chaplin decise di stabilirsi in Europa, fissando la sua residenza in Svizzera. Poi girò gli ultimi film, Un re a New York e La contessa di Hong Kong. Produsse anche la versione sonora di alcuni suoi capolavori muti.
Nel 1972, riconciliatosi con l'opinione pubblica americana, ritornò negli Stati Uniti per ritirare il suo secondo premio Oscar, questa volta alla carriera, assegnatogli per "aver fatto delle immagini in movimento una forma d'arte del Ventesimo secolo". In tale occasione fu protagonista della più lunga ovazione nella storia dell'Academy Awards.
Charles Chaplin morì a Corsier sur Vevey, in Svizzera, la notte di Natale del 1977 e lì fu sepolto.

Nessun commento: