Tanti presidi nelle città d'Italia, centinaia di presidi, in difesa della Costituzione. Probabilmente solo la nostra civilissima e preziosa Costituzione ha davvero realizzato per la prima volta l'unità d'Italia, dopo 85-87 anni dall'unità storico-politica di Garibaldi, Cavour, Mazzini e i Savoia.
I Savoia sappiamo poi tutti che cosa sono diventati: giannizzeri del fascismo, re Travicello del dittatore.
E ora uno è condannato per vari reati (e l'ha sfangata da quello più grave, l'uccisione in mare di Dirk Hammer, vicino all'isola di Cavallo, in Corsica), l'altro è un vip da riciclare in tv, con l'aiuto di Pupo e di Milly Carlucci (che levatura, accidenti!).
Ma la Costituzione no, quella non toccatela. Quella ci unisce davvero. E ieri eravamo in piazza anche a Parma per dirlo, anzi, in via Mazzini (il centro di Parma è tutto un tripudio risorgimentale, nei nomi delle vie e delle piazze), sotto i portici.
Alcune centinaia di persone si sono alternate al presidio, dove sono stati letti alcuni articoli, in particolare quelli relativi all'istruzione pubblica, il 33 e il 34.
"L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento". Così comincia l'art. 33. Il 34 completa il concetto: "La scuola è aperta a tutti. L'istruzione [...] è obbligatoria e gratuita. I capaci e i meritevoli anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi".
Recentemente, il premier ha espresso pareri a ruota libera sulla scuola e sugli insegnanti, che inculcherebbero valori contrari a quelli delle famiglie. Ebbene, se i valori delle famiglie sono i suoi, mi autoaccuso di educare a valori diversi, senza inculcare, nel rispetto del pluralismo e del confronto di idee. L'art. 9 ricorda inoltre che "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione".
Che io traduco nell'educare alla bellezza, con passione e convinzione. E per lo stesso motivo, non è più possibile che si torni a programmare di costruire centrali nucleari nel territorio italiano. Aveva detto "basta" un referendum di 25 anni fa. Lo dice oggi il buon senso, dopo ciò che sta accadendo in Giappone. Sarebbe meglio che Veronesi si occupasse di ciò che sa fare bene, il medico, e che non straparlasse di ciò che non conosce, il nucleare. E la Costituzione tutela anche la salute, articolo 32.
Questo blog è assolutamente denuclearizzato, con convinzione, per rispetto della bellezza e della salute e della sicurezza. E per un semplice ragionamento: come non abbiamo petrolio, non abbiamo nemmeno uranio, quindi passeremmo da una dipendenza a un'altra, anzi sommeremmo la seconda alla prima. Col problema di scorie difficili da gestire, che nessuno vuole. L'unica cosa che abbiamo è il sole. Allora, per favore, diciamolo chiaramente: diamo a ogni casa i pannelli fotovoltaici e solari, investendo in ciò gli stessi soldi che investiremmo per il nucleare. Sarebbe una rivoluzione energetica e un'applicazione della Costituzione.
Tornando al presidio di ieri, c'è da segnalare un fatto increscioso, che testimonia il livello di fastidio per le regole e per la pubblica manifestazione del pensiero diffuso in vari strati della popolazione (segno pessimo dei veleni sparsi dal berlusconismo). Essendosi i manifestanti ammassati sotto i portici di via Mazzini (luogo autorizzato regolarmente), secondo i commercianti della zona, c'è stato meno "passaggio" di clienti. E così alcuni negozianti hanno chiesto ai manifestanti - anche in maniera nervosa - di spostarsi. Ne è nata una diatriba e sul posto - allertati da alcuni esercenti - sono arrivati i carabinieri. Essendo tutto regolare, hanno solo potuto chiedere di non ammassarsi in modo tale da impedire il passaggio sotto i portici, cosa che già non avveniva, il passaggio era garantito.
Anche dopo la conclusione del presidio, a portico completamente sgombro, nel negozio della Lacoste non è entrato nessuno. La crisi non è colpa dei presidi. Commercianti più illuminati avrebbero potuto offrire da bere ai manifestanti e conquistare potenziali clienti. E' il mercato bellezza, almeno non siate così miopi.
Quindi, una rosa convinta per la Costituzione.
Alla faccia della Lacoste e di tutti i coccodrilli di cui abbonda l'Italia contemporanea.
Il blog di Mattia Toscani, il blog del romanzo La schiuma della memoria, La rosa della settimana
La schiuma della memoria
Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.
domenica 13 marzo 2011
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