La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

domenica 23 gennaio 2011

Antonio Gramsci, l'intellettuale, il berlusconismo e la storia.

Il 22 gennaio di centoventi anni fa, nel 1891, nasceva ad Ales, in provincia di Cagliari, Antonio Gramsci.
Uno degli intellettuali più veri e importanti che l'Italia abbia mai avuto. Uno dei padri nobili del Partito Comunista Italiano, arrestato dal fascismo e costretto a lunghi anni di carcere, dal quale scrisse molte delle sue opere, che non a caso portano la parola "carcere" nel titolo. Quel carcere che l'avrebbe lentamente portato alla consunzione fisica, negli dal 1926 al 1934. Condannato a vent'anni di reclusione dal regime, ne uscì nel 1934 in libertà condizionata, per gravi motivi di salute. Dopo tre anni la condanna venne sospesa, ma la malattia lo aveva ormai consumato. Morì il 27 aprile del 1937 per emorragia cerebrale.
Nel sito http://www.antoniogramsci.com/ è possibile leggere vari materiali e una sintesi dell'eredità culturale.
Come intellettuale Gramsci ci ha insegnato che la cultura è un elemento fondamentale e che il cambiamento sociale e politico può avvenire solo se è stato coltivato un terreno culturale adatto a sorreggerlo. Questo probabilmente può spiegare, almeno in parte, il successo di un uomo politico come Berlusconi, che ha preparato il terreno al suo ingresso politico somministrando antidoti culturali all'intelligenza critica, all'istinto di immediata reazione di indignazione alle sue azioni e alle sue parole, grazie a un mix di culi e tette per tutti, di simpatia da viveur, di incarnazione del mito dell'eterna giovinezza e del successo grazie alle proprie capacità. Ha incarnato la possibilità di sognare e desiderare un mondo che prima aveva sapientemente costruito col suo orripilante lavoro di distruzione culturale, andando a completare con strumenti di sterminio di massa quel genocidio culturale denunciato in tempoi non sospetti da un altro degli intellettuali più lucidi e severi del novecento italiano: Pasolini. Questo significa che i suoi 33 Quaderni dal carcere possono servire a comprendere e sconfiggere culturalmente il berlusconismo, che non se ne andrà con la fine, che ritengo ormai prossima, di Berlusconi politico. L'imperatore stesso ha dichiarato che è in corso il suo attacco decisivo, sferrato il quale o vince del tutto o si ritira nelle sue ville. Ma il paese che lascia è comunque devastato, talmente devastato culturalmente da non riuscire a indegnarsi in massa: uno così andebbe preso a schiaffi ogni volta che lo si incontra; io da tempo non guardo più la tv, ma l'istinto che ho quando sento spezzoni del tg 1 o di un qualsiasi intervento del premier è quello di sputare sullo schermo. Craxi, alla fine della sua parabola politica, nella fase di discesa, ogni volta che si presentava in pubblico veniva accolto da lanci di monete, di uova e di verdura. Ah, già, dimenticavo che nell'Italia di oggi lanciare le uova è diventato un atto terroristico. Berlusconi era l'ispiratore del peggior Craxi, con lui è cominciata la sua ascesa al potere mediatico. E la forza, il denaro e l'astuzia politica di Berlusconi sono state sottovalutate. Ecco come siamo messi.
Quindi, l'alternativa da costruire non potrà che essere frutto di un lavoro lungo e paziente, un lavoro che metta insieme inanzitutto chi ha saputo indignarsi e chi ha proposto alternative di vita, di economia, di cultura in questi anni.
Molti di questi soggetti si sono ritrovati ieri e oggi a Marghera, luogo orribile e simbolo di un certo modo di fare industria un po' criminale.
 Quindi torno a Gramsci e a qualche suo insegnamento: "Il mio stato d'animo è tale che se anche fossi condannato a morte continuerei a essere tranquillo, e anche la sera prima dell'esecuzione magari studierei una lezione di lingua cinese per non c adere più in quegli stati d'animo banali e volgari che si chiamano pessimismo e ottimismo. Il mio stato d'animo sintetizza questi due sentimenti e li supera: sono pessimista con la ragione e ottimista con la volontà".
E di volontà oggi ce n'è molto bisogno, direi.
"L'indifferenza è il peso morto della storia, è la materia inerte in cui spesso affogano gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica". Ecco, il berlusconismo è una palude con cui dovremo fare i conti e l'indifferenza sarebbe il peggiore degli atteggiamenti nell'attraversare la melma della palude.
E concludo questo post con la citazione di un brano di Gramsci che amo molto, sul senso della storia, tratto da una delle Lettere dal carcere scritta al figlio Delio.
"Io penso che la storia ti piace, come piaceva a me quando avevo la tua età, perché riguarda gli uomini viventi e tutto ciò che riguarda gli uomini, quanti più uomini è possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto si uniscono tra loro in società e lavorano e lottano e migliorano se stessi, non può non piacerti più di ogni altra cosa."

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