La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

domenica 14 novembre 2010

Udire, ascoltare

Oggi seconda seduta del laboratorio di teatroterapia. Lavoro sull'udito, sulla selezione consapevole dei suoni, sul suono come memoria e come capacità creativa. Teatro dell'ascolto. Anche il silenzio ha i suoi suoni. I suoni del nostro corpo.
Residui di terra nei suoni di pietra e di legno. Strumenti semplici e poveri, un'orchestra di suoni di voci e di corpi. Quell'atmosfera di concentrazione e quelle risate liberatorie, ogni tanto. Un lavoro sottile e profondo, che scava ancora, che è memoria e gioco. Teatro, in fin dei conti. La libertà, in un certo senso, che "non è stare sopra un albero e non è neanche il volo di un moscone, non è uno spazio libero", ma "è partecipazione". Grazie a Giorgio Gaberscik, detto Gaber. Grazie a tutti voi, ancora una volta. Buonanotte.
Mattia

5 commenti:

Ali e Radici ha detto...

“In una cultura del non ascolto che enfatizza l’io rispetto al tu…il gioco apre ad una esperienza di dialogo e di ascolto… risultando rigenerante ad ogni livello di età per gli uomini del nostro tempo che si sono murati in pratiche egocentriche e narcisiste… Infatti l’uomo capace di ascolto festivo sa anche amare e farsi amare”. Scrive Massimo Baldini, pedagogista e filosofo fiorentino. Gioco e teatro (nella fattispecie… teatroterapia) sono fratelli, a mio parere. Inoltre, educano alla democrazia, modo di essere che apre radicalmente la finestra alla sapienza interiore.
Rammento un film, “L’uomo del banco dei pegni” del regista americano S. Lumet. Centrato sul dolore bruciante e traumatizzato del protagonista ed il suo tentativo di rimuoverlo in un atteggiamento individualista e antisociale. L’anziano ebreo Nazerman si schiuderà poi alla cruda esistenza…
Nonostante gli avessero “cercato l’anima a forza di botte”.
Grazie Mattia. Grazie compagni.
Elisa.

Unknown ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=xUoPWvunGWo

grazie a tutti....

la schiuma ha detto...

Cara elisa, cara barbara, è bello che consideriate anche vostro questo spazio. Le vostre riflessioni, i commenti in forma di musica rendono vivo e duraturo l'effetto del lavoro laboratoriale e contribiscono a rafforzare il concetto di lavoro in teatroterapia come spazio, innanzitutto, di libertà.
Grazie a voi
mattia

Federica ha detto...

Approfitto anch'io di questo spazio per ringraziare tutti voi a partire da te, Mattia, che ad ogni incontro riesci a tirar fuori parti nascoste o dimenticate di noi stessi per le intense emozioni vissute insieme anche questa domenica.... Federica

Eliogabala ha detto...

L'acqua delle emozioni e l'armonia degli opposti ( 28 novembre):

http://www.youtube.com/watch?v=weIvXF4tT4Y

" (...)Vorrei essere come l'acqua
che si lascia andare,
che scivola su tutto,
che si fa assorbire,
che supera ogni ostacolo
finche' non raggiunge il mare
e li si ferma a meditare
per scegliere
se esser ghiaccio o vapore,
se fermarsi o
se ricominciare..."

Piacevole scoperta che rimbomba nella mia mia testa!
Eliana