La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

martedì 7 febbraio 2012

80 anni fa, Truffaut

Arrivo in ritardo di un giorno. Giornata affollata di impegni, ieri, che mi ha impedito di ricordare degnamente Francois Truffaut, che avrebbe compiuto 80 anni. Infatti Truffaut nasce il 6 febbraio del 1932. Ci ha lasciato troppo giovane, all'età di 52 anni, nel 1984, dopo aver girato uno dei suoi film più leggeri e divertenti, Finalmente domenica!
La vita, la malattia, la morte sono un mistero spesso insolubile.
Truffaut se ne va dal mondo ucciso da un tumore al cervello.
Come mai uno con la sua capacità di sognare e di far sognare, con la sua delicatezza di tocco registico, con la sua semplice genialità viene colpito da una malattia così brutale, così deformante il pensiero e los guardo sul mondo.
U o sguardo poetico, quello di Truffaut, che ha saputo donare agli amanti del cinema opere di grande valore, alcune di esse vere e proprie tappe della storia del cinema: I quattrocento colpi (1959), il suo esordio strepitoso e modernissimo (avanti di circa dieci anni sull'orologio della storia, che solo nel 1968 avrebbe innescato un processo di protesta giovanile mondiale, di ribellione pedagogica, di rifiuto della conservazione come autoriproduzione delle classi sociali, tutte tematiche ben poresenti nell'esordio in lungometraggio del regista; Jules e Jim (1961), altro capolavoro che anticipa la rivoluzione sessuale degli anni successivi, proprio a partire da una diversa concezione della sessualità femminile: il personaggio di Catherine, nella splendida interpretazione di Jaenne Moreau è un archetipo del nuovo protagonismo femminile; Il ragazzo selvaggio (1969), che propone il racconto di un episodio storico e un'indagine sul rapporto fra linguaggio e sviluppo sociale e individuale; L'uomo che amava le donne (1977), girato con un lungo flashback sulla storia di un seduttore che si è giocato la vita, un dongiovanni della modernità che sfida le tentazioni senza resistervi. Effetto notte (1973) e L'ultimo metrò (1980) costituiscono due tappe di una trilogia sul mondo dello spettacolo: il primo sul cinema e sulla sua magia (Effetto notte è una tecnica di ripresa che fa sembrare notturne delle riprese effettuate di giorno) e sul teatro il secondo; il terzo, che avrebbe dovuto affrontare il musical, non fu mai girato per la morte prematura del nostro.
Poi i due ultimi film: il tragico La signora della porta accanto (1981) e il vivace Finalmente domenica! (1983).
Chi ama il cinema non può non amare i film di Truffaut.


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