La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

lunedì 21 marzo 2011

Una rosa contro

Una rosa contro. Contro la guerra, per fermare Gheddafi in altro modo. Contro il nucleare, a maggior ragione dopo il disastro giapponese, altro che sciacallaggio, semplice buon senso. Non esiste il nucleare a rischio zero, le scorie sono ingestibili, i costi sono improponibili, che si investano gli stessi soldi destinati alla costruzione di centrali nucleari per incentivare in modo serio l'utilizzo di fotovoltaico, solare ed eolico a livello micro. Tanti piccoli generatori diffusi sul territorio, senza impermeabilizzare ulteriormente il suolo, senza impoverire il paesagio, senza militarizzare il territorio. L'ha capita anche il governo, che dopo una risposta improntata all'indifferenza e alla minimizzazione sui fatti giapponesi, ha cambiato idea, ora è per la moratoria. Probabilmente hanno letto i sondaggi: Italia unita, nei giorni scorsi contro il nucleare. E contro il premier. Fischiato ovunque. Ovunque si presenti, ormai trova centinaia di manifestanti ad accoglierlo a fischi, che contrastano con gli applausi a Napolitano. Se il 60% degli italiani è contro il nucleare, la difesa del nucleare da parte del governo non ha sicuramente entusiasmato gli italiani, che si stanno svegliando. L'Italia s'è desta, magari, era ora. Fiducia nel premier mai così in basso, ma secondo me ancora altissima, nonostante tutto. Pare che il 30% non abbia perso la fiducia in Berlusconi. Mi guardo intorno, se siamo in dieci, tre si fidano di Berlusconi. Vorrei individuarli, per evitarli. Come l'aids, se lo conosci lo eviti. Non comprerei mai una macchina usata da loro, altro che aids. Non gode di buona fortuna, il presidente del consiglio (rigorosamente tutto minuscolo). Dopo aver ostentato un'accoglienza da amico e anche un po' da lenone nei confronti di Gheddafi nell'autunno scorso, quest'ultimo pensa bene di inimicarsi tutti, a cominciare dal suo popolo, bombardandolo perché protesta in piazza. Chissà che invidia deve aver provato il nostro (sì, purtroppo anche mio, come di tutti gli italiani) premier: -Ecco lui sì, io no, avrà pensato. Col bunga bunga gli era venuta meglio, peccato, stavolta non si può fare. Persino i poliziotti hano manifestato contro di lui ad Arcore. Non con tutti i sindacati, ma con buona parte sì. Viva l'Italia, cantava De Gregori molti anni fa, viva l'Italia che resiste.
50 anni fa era il centenario dell'Unità d'Italia. John Kennedy pronunciò un discorso importante, in quell'occasione, il 18 marzo del 1961. Disse con tono solenne più o meno così: che in Italia e prima dell'Italia nell'antica Grecia era nata una civiltà che nei secoli successivi avrebbe portato a produrre i valori per i quali gli americani stessi si battevano, i valori che gli americani difendevano.
Nei dispacci della diplomazia americana, pubblicati da Wikileaks, oggi si legge ben altro. Altri tempi. Un presidente del consiglio così screditato nel mondo non l'abbiamo mai avuto.
Ma l'Italia s'è desta, l'Italia che resiste. Speriamo.
Una rosa contro tutte le schifezze, allora.

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