La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

domenica 20 marzo 2011

Pietro Bruzzi

Un'altra piccola storia di anarchici. Pietro Bruzzi nacque il 20 marzo 1888 a Maleo, nel lodigiano.
E' operaio e diffusore del pensiero anarchico, ospite di vari paesi, soprattutto la Francia. Quando scoppia la prima guerra mondiale, vaga fra Svizzera e Francia, poiché, da anarchico, non vuole partecipare ad alcun conflitto bellico. Era stato arrestato diverse volte, in Italia.
Per la sua attività di anarchico e per la sua renitenza alla leva, viene condannato a morte in contumacia per diserzione. Ritornato in Italia nell'immediato dopoguerra, può usufruire dell'amnistia per i condannati per diserzione. Si stabilisce a Milano, nel quartiere Greco, dove riprende il lavoro organizzativo ed il proselitismo per la causa anarchica. La polizia lo ritiene implicato nell'attentato al Teatro Diana di Milano, per cui dal 1921, nuovamente ricercato, si allontana ancora dall'Italia e trova rifugio a Mosca, dove si mantiene col suo lavoro di operaio meccanico.  Poco dopo si trasferisce a Parigi, dove ricopre un ruolo di spicco fra i sindacalisti rivoluzionari francesi, in seguito si reca in Spagna, sempre per lavoro politico inerente alla militanza anarchica, e viene arrestato nel 1931 (o nel 1933) ed estradato in Italia, dove viene condannato a 5 anni di confino a Ponza. Nel 1942 riesce a tornare in libertà e rientra a Milano dove organizza la resistenza anarchica.
Viene arrestato e sottoposto a coercizione fisica e morale tramite tortura da parte dei nazifascisti per estorcere una confessione; infine viene condannato a morte tramite fucilazione, avvenuta il 19 febbraio del 1944 a San Vittore Olona. Aveva quasi 56 anni.
Dopo la sua morte la formazione anarchica Brigate Malatesta, numericamente rilevante, che agiva durante la Resistenza a Milano, cambiò il nome in Brigate Bruzzi Malatesta.
Giuseppe Pinelli ne era una giovane staffetta.

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