La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

sabato 15 gennaio 2011

Una rosa per Devid

Una rosa straziante, questa settimana.
Una rosa per Devid, bambino di 20 giorni morto a Bologna, in piazza Maggiore. Dove viveva con la madre, con il gemellino e con una sorella di un anno e mezzo. Una storia di miseria e dolore, con ancora diverse ombre. La madre e il padre del bambino non hanno una casa, sono registrati come "senza fissa dimora".  Tra la fine del 2010 e i primi giorni del 2011, madre e figli avevano trascorso molte ore del giorno in una biblioteca pubblica, per ripararsi dal freddo. Ora il gemello e la sorella di Devid sono ospiti in una struttura protetta. Bologna è stata per lunghi anni all'avanguardia nelle politiche sociali, come è potuto succedere proprio lì? Il medico della pediatria del Policlinico Sant'Orsola, dove i gemelli sono nati e dove sono poi stati ricoverati il 4 gennaio, parla di genitori affettuosi e molto presenti, sempre al capezzale dei figli nella settimana che ha preceduto la morte di Devid. Per la famiglia si erano attivati sia i servizi sociali del Comune (commissariato da circa un anno), sia l'associazione onlus Piazza Grande, che si occupa degli homeless bolognesi. Come mai i genitori hanno rifiutato l'aiuto offerto? La madre, 36 anni, in precedenza sposata con un altro uomo, ha già perso la patria potestà dei primi due figli, perché giudicata inadatta. Probabilmente, e questa è una mia supposizione, la donna ha dichiarato più volte di avere una casa per paura che le venissero sottratti anche questi figli avuti dalla nuova relazione. La risposta potrebbe anche essere nella frammentazione dei servizi: la famiglia era seguita per i minori, per i problemi dei genitori e c'era stata anche una segnalazione dell'ospedale. Quello che invece è mancato è stato un punto di riferimento che collegasse i vari nuclei di lavoro sociale, è mancato il lavoro di rete, per il quale Bologna era all'avanguardia, è mancato il coordinamento, la regia, e ciascun servizio si è mosso in modo scollegato dall'altro. 
Una rosa che si aggiunge al mazzo di fiori avvolto in carta azzurra che qualcuno ha portato sul luogo dove Devid ha trascorso la sua breve vita.
Che la rosa aiuti a ricordare, che la memoria aiuti a evitare simili tragedie in futuro.
Una gran brutta settimana, quella che è passata.

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