La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

martedì 22 novembre 2011

Un altro poeta

Il 18 novembre scorso ho partecipato all'evento organizzato dal Teatro Due per ricordare Attilio Bertolucci, grande poeta del Novecento italiano (per me da inserire nella lista dei migliori dieci), Una vita in versi.
Il 18 novembre ricorreva il centenario della nascita del poeta.
E' stato commovente ascoltare sul palcoscenico il figlio Giuseppe, regista teatrale e cinematografico, fratello del più noto Bernardo. Giuseppe Bertolucci, accompagnato sul palco da Antonio Piovanelli in qualità di lettore, ha presentato nove poesie, quelle che il padre Attilio aveva dedicato espressamente a lui nella sua opera poetica.
Le letture di Piovanelli si alternavano ai commenti e alle presentazioni di Giuseppe, che leggeva pagine tratte dal suo recente libro Cose da dire (Bompiani).
Per leggere, il regista si è seduto sul divano che era stato utilizzato tanti anni prima, negli anni '50, per un ritratto fotografico della famiglia Bertolucci, nel salotto di casa a Roma.

Bella la foto, bello l'effetto della ricostruzione sul palcoscenico del set fotografico, anche coi quadri che compaiono nello sfondo della foto stessa.
Scena teatrale dunque semplicissima ma efficace, una sorta di deja vu e di gioco della memoria. Un'altra cosa ho molto apprezzato, la commozione di Giuseppe Bertolucci, i suoi occhi lucidi nel rendere omaggio a un padre amato e profondamente stimato.
Profonda e accurata l'analisi dei testi.
Invece mi ha un po' deluso la lettura di Piovanelli, che forse già entrato nella parte del sacerdote protagonista di Casa d'altri, regia di Giuseppe Betolucci, in scena il prossimo 24 novembre al Teatro Due, leggeva con intonazione da prete i versi di Attilio Bertolucci.

Le prime raccolte poetiche sono Sirio (1929) e Fuochi in novembre (1934), pubblicate rispettivamente a 18 e 23 anni.
Seguono Lettera da casa e La capanna indiana nel 1951, poi In un tempo incerto, del 1955.
Viaggio d'inverno, del 1971, è la raccolta forse più riuscita, soprattutto nella sezione che dà il titolo al libro ci sono poesie notevolissime (la più bella, dedicata proprio a Giuseppe, è probabilmente Viaggio d'inverno, che in un gioco telescopico è il titolo della poesia più significtiva, che intitola la sezione e quindi l'intera raccolta...).
Ma il capolavoro assoluto di Bertolucci, che lo rende quasi unico nel Novecento italiano, eccezion fatta per Pagliarani autore de La ragazza Carla, è il romanzo in versi La camera da letto, scritto in due parti, nel 1984 la prima e nel 1988 la seconda. L'opera ripercorre le tappe del trasferimento della famiglia Bertolucci (i progenitori di Attilio) dalla Maremma toscana a Parma, passando da Casarola, paese dell'Appennino tosco emiliano in provincia di Parma, vicino a Corniglio e a Monchio delle Corti.
Attilio Bertolucci continua a scrivere anche negli anni Novanta.
I più recenti volumi pubblicati sono "Le poesie" (1990), Al fuoco calmo dei giorni e Aritmie (1991),  Verso le sorgenti del Cinghio (1993),  La lucertola di Casarola (1997), ultima opera che il poeta ci ha lasciato prima di morire.
Attilio Bertolucci, che nel 1975, dopo la morte di Pier Paolo Pasolini (che era fra l'altro un amico di famiglia, conosciuto a Roma), venne chiamato a dirigere la prestigiosa rivista "Nuovi argomenti".
Nel 1997 sono uscite, nella collana "I Meridiani"di Mondadori, le "Opere" complete a cura di Paolo Lagazzi.
È sepolto a Parma, nella Cappella di famiglia al Cimitero della Villetta.




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