La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

martedì 1 marzo 2011

Beppe Fenoglio

Il 1° marzo del 1922 nacque ad Alba Beppe Fenoglio. Il 1922 fu un anno fecondo di scrittori: nello stesso anno nascevano Pasolini e Meneghello (vedi post). Fenoglio fu uno dei piemontesi cultori della lingua inglese che conosceva benissimo. Nella Torino del dopoguerra collaborò attivamente con Calvino e Vittorini. Insieme a Pavese fecero grande l'Einaudi, intesa come casa editrice. Scrisse I ventitre giorni della città di Alba, in ricordo dell'esperienza della Repubblica partigiana di Alba, a cui Fenoglio partecipò di persona nel 1944. Il libro comincia così: "Alba la presero in duemila il 10 ottobre e la persero in duecento il 2 novembre del 1944". Aveva aderito alla lotta partigiana fin dall'8 settembre del 1943, prima in una formazione rossa, la Brigata Garibaldi, per passare poi con gli azzurri Badogliani. Altre opere pubblicate in vita furono il romanzo breve La malora e Primavera di bellezza.
Si ammalò di tubercolosi, malatta che lo portò presto a soffrire e deperirsi.
La morte lo colse la notte del 18 febbraio 1963, sulla soglia dei 41 anni; venne sepolto nel cimitero di Alba con rito civile.
Il suo romanzo più noto, Il partigiano Johnny, fu pubblicato postumo nel 1968. Io amo molto il racconto brevissimo Il gorgo, in cui racconta con occhi di bambino un episodio in cui a nove anni riuscì a salvare suo padre dalla tentazione di gettarsi in un gorgo per suicidarsi. E' di una bellezza struggente e commovente. Finisce così: "Tornammo su, con lui che si sforzava di salire adagio per non perdermi d'un passo, e mi teneva sulla spalla la mano libera dal forcone ed ogni tanto mi grattava col pollice, ma leggero come una formica, fra i due nervi che abbiamo dietro il collo."

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