La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

sabato 8 gennaio 2011

Eloisa

Ieri sera ho letto Eloisa, racconto di Dario Fo.
La storia è narrata in prima persona da Eloisa, giovane badessa ad Argenteuil.
E' una storia d'amore, che precede la scelta del monastero da parte di Eloisa. Eloisa, la giovane più bella e colta della Parigi del XII secolo, si innamora del maestro Abelardo, fine intellettuale libero e sapiente, maestro del pensiero. Una sfida fra intelletti e fra caratteri forti, che si sciolgie in un amore travolgente. Un amore che rischia, che sfida le convenzioni del secolo (e probabilmente anche quelle di oggi), che si consuma nei luoghi più svariati, in una Parigi ancora in divenire (Notre Dame è in costruzione), ma già luogo dell'anima dell'amore. Il tempo non esiste più per Abelardo ed Eloisa, lo spazio è solo quello intorno a loro, qualunque esso sia. Pagine anche molto sensuali, quelle di Dario Fo. Poi il tragico epilogo, al di là di ogni aspettativa, figlio dell'invidia e del rancore altrui. L'amore come fuoco che divora, come acqua che avvolge, come aria che si respira, come terra da fecondare. E "lo stordimento che mi procuravano i suoi racconti, l'amore che m'invadeva al ritmo dei palpiti dell'emozione" lasciano il segno dentro chi legge e, alla fine chiude il libro, segnato da quella passione travolgente e dall'orrore dell'umana crudeltà.

1 commento:

Ali e Radici ha detto...

Tragica allegria

Il caro Caproni, a fine anni 20 del secolo scorso, carpì "L'allegria" di Ungaretti nello studio di un avvocato presso cui lavorava. E non a caso in "Muro della terra" Caproni si rotola letterariamente nell’esperienza del vuoto, il vuoto circostante senza lasciarsi cadere pericolosamente nel baratro dell'angoscia. Né linguisticamente, né antropologicamente.
È noto, anche, come in “Muro della terra” e in “Il seme del piangere” per es. il poeta riccorra a citazioni dantesche nella stesura dei titoli stessi.
Eloquente il verso di Dante “Ora sen va per un secreto calle, / tra ’l muro de la terra e li martiri”. (Inferno, canto X, vv. 2-3).
Potremmo cantar così di Eloisa e Abelardo… e fermarci subito qui… I due amanti non li piazzerei con gli epicurei, condannati dall’Alighieri nel cerchio VI degli eretici.
Volentieri li penso nel Paradiso al canto XXXI tra “gli angeli volanti per l’empireo… in forma dunque di candida rosa”…

Elisa