La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

martedì 26 aprile 2011

Chernobyl, 25 anni dopo

La notte fra il 25 e il 26 aprile del 1986, il reattore numero 4 della centrale nucleare ucraina di Chernobyl viene sventrato da un'esplosione, che libera nell'aria una radioattività cento volte superiore a quella delle bombe americane su Hiroshima e Nagasaki. La nube radioattiva vaga per l'Europa, contaminando campi coltivati e foreste, montagne e città. Entro la fine del mese scatta nei negozi italiani la caccia alle verdure raccolte prima dell'esplosione o almeno della contaminazione dei giorni successivi. E quella al latte a lunga conservazione e addirittura in polvere, sicuramente confezionato prima del tragico incidente. Divieto di uscire coi bambini: nelle scuole e negli asili si resta sempre al chiuso, nonostante la primavera sia nel frattempo esplosa insieme al reattore. Come oggi per Fukushima, anche allora si diceva che in Europa non sarebbe potuto accadere, perché le norme di sicurezza e le tecnologie erano più avanzate. Proprio oggi Berlusconi ha sostenuto in conferenza stampa con Sarkozy che è bene far cadere il referendum perché si voterebbe sotto l'influsso emotivo dell'incidente giapponese, mentre fra un paio d'anni si può far ripartire il discorso, perché la centrale di Fukushima è stata costruita in un sito non idoneo, mentre quelli individuati dal governo italiano sarebbero molto più sicuri. Non ricordando che fra i siti individuati dal governo per possibili futuri reattori nucleari c'è Vercelli, zona a rischio di alluvione... La strategia del governo è venuta allo scoperto, almeno. Dunque il ritiro delle norme è un bluff, si tratta solo di un congelamento. In questo modo, però, il referendum non decadrà e si andrà a votare in giugno anche sul nucleare. E forse la chiuderemo definitivamente con il nucleare in Italia e ci toglieremo la soddisfazione di dare uno schiaffo politico al premier della vergogna. Restano comunque 442 reattori attivi nel mondo, situati in 29 paesi, oltre a 65 in costruzione. In Europa ce ne sono 148 attivi, in 16 paesi. Ben 152 sono i reattori che hanno più di trent'anni, come quello di Fukushima. Lo stop italiano è di fondamentale importanza per far ripensare anche agli altri le strategie energetiche. E chiedere la chiusura di tutti i reattori più insicuri, bloccare la costruzione di quelli nuovi. Il referendum di giugno è irrinunciabile, ricordatevelo: il 12 e 13 giugno si deve andare a votare, non al mare.

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