La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

martedì 29 marzo 2011

Ladri di cadaveri

Divertente, questo film di John Landis. Bella la premessa: "tutto ciò che vedrete è veramente accaduto, eccetto quello che è stato completamente inventato".  O roba del genere. Comunque il senso del messaggio era questo. In questa semplice frase che compare alla fine dei titoli di testa c'è già un programma di lavoro: un incrocio fra storia e leggenda, scienza e fantasia, in cui si può leggere tanto un omaggio alla migliore tradizione del romanzo gotico britannico, quanto molte delle peculiarità del cinema di Landis. Dichiarazione d'intenti: innanzitutto prendersi gioco dei film storici, che pretendono di ricostruire in modo oggettivo (mentre l'arte cinematografica è epistemologicamente soggettiva, visto che è opera di motaggio, di scelta di inquadrature e così via); in secondo luogo dichiarare che l'intento è quello di divertirsi, giocando con fatti storici, ma aggiungendo a essi gli ingredienti per sfornare una fragrante commedia nera. Nerissima. Nella direzione degli attori il regista americano può dare sfogo alla sua folle poetica.  Lo sguardo maniacale di Andy Serkis risulta la perfetta controparte cinica e dissoluta del più romantico Pegg. Attraverso i due attori britannici, gli assassini William Burke e William Hare diventano così una perfetta coppia da buddy movie: l'amicizia fortissima fra i due delinquenti (che risultano dannatamente simpatici, e questo è molto alla John Landis) è nel gioco degli opposti, dove la grettezza e la genialità corrotta dell'uno vengono compensate dall'ingenuità e dal romanticismo sognatore dell'altro. Una coppia che eleva l'omicidio a impresa capitalista dall'alto valore scientifico, principio di tutte le più grandi scoperte della modernità: la mappatura anatomica, le teorie dell'evoluzionismo, l'arte femminista, la fotografia.
Il cinismo dei due amici è comunque ampiamente sorretto dal medico ipocrita e un po' megalomane che, pur sapendo benissimo da dove prevengano i cadaveri, fa finta di niente e compensa i due ladri di cadaveri inizialmente, divenuti poi assassini e occultatori con lauti premi in denaro. Tanto da consentire al romantico Burke di finanziare il lavoro teatrale dell'amata Ginny (Isla Fisher), una bella attrice ex prostituta. E non è importante domandarsi quali siano a questo proposito i “fatti reali” e quali no. Quel che è importante è che, a quasi trent'anni da Un lupo mannaro americano a Londra, per Landis l'amore è ancora l'unico sentimento positivo in mezzo a tanto esilarante orrore. E che la scienza non possa essere asettica e necessariamente etica.

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