La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

martedì 15 febbraio 2011

Galileo Galilei

Galileo nacque a Pisa il 15 febbraio del 1564.
Passò la vita a osservare stelle e pianeti col cannocchiale, inventato in Olanda e da lui perfezionato.
In contrasto con le teorie tolemaiche (secondo le quali la Terra era al centro dell'universo e attorno a essa ruotavano tutti gli astri, sole compreso, e tutti i pianeti), diede ragione a Copernico, che invece aveva scoperto la non centralità della Terra e dimostrato come sia la Terra a girare attorno al Sole e non viceversa. Nel "Dialogo fra i massimi sistemi", edito nel 1632, cercò di illustrare filosoficamente le varie posizioni, senza apparentemente prendere parte per nessuna delle ipotesi. Non dovette riuscirgli molto bene, perché in seguito a quel libro fu processato dall'Inquisizione, costretto all'abiura per evitare la pena di morte e comunque condannato al carcere. Pare che alla fine del processo gli sia sfuggita la frase: "Eppur si muove". Irriducibile?
Così il filosofo Ludovico Geymonat giudicava il libro, in una delle prefazioni al testo: "Quest'opera difende insieme i diritti della scienza e della cultura, esige libertà per lo scienziato e per l'uomo di cultura e affronta, oltre a questioni scientifiche, anche problemi di ordine cosmologico e filosofico, portando ovunque il senso nuovo della scienza moderna, il nuovo concetto dell'uomo e la forma nuova nella quale deve delinearsi il rapporto tra l'uomo e la natura".
 Bertolt Brecht, ricordato nei giorni scorsi in questo blog, scrisse il dramma Vita di Galileo, in 15 capitoli.
Così lo stesso Brecht scrive nelle note al dramma: "In realtà Galileo arricchì la fisica e l'astronomia nello stesso tempo in cui le svuotò di gran parte del loro significato sociale. Col discredito che esse avevano gettato sulla Bibbia e sulla Chiesa, queste scienze avevano combattuto per un certo tempo sulle barricate in difesa di ogni progresso. Per quanto concerne queste scienze, esse non riacquistarono più quella funzione così importante nella società  e così vicina al popolo. Lo scandalo degenerò in una disputa fra specialisti. La Chiesa, e con lei tutta la reazione, potè ritirarsi in buon ordine mantenendo pressoché intatta la sua forza. ".
La moderna astronomia divenne secondo Brecht una scienza pura, indifferente al sistema di produzione, e in tal modo potè svilupparsi indisturbata, non dava più fastidio a nessuno. "La bomba atomica, come fenomeno tecnico non meno che sociale, è il classico prodotto terminale delle conquiste scientifiche e e del loro fallimento sociale".
Parole potenti, che ci dicono come la scienza non possa mai essere asettica. Dopo l'Olocausto e dopo l'atomica, nessuno potrà più affermare che la scienza non è al servizio di nessuno. In quelle occasioni, infatti, è stata atrocemente al servizio del potere sterminatore, scientificamente sterminatore.

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