La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

lunedì 9 maggio 2011

Sophie Scholl e la Rosa Bianca

Il 9 maggio del 1921 nasce a Forchtenberg, in Germania, Sophie Magdalena Scholl. A dodici anni, nel 1933, come era d'obbligo ai suoi tempi, venne iscritta alla gioventù hitleriana. Nel 1937 il regime arrestò il suo amatissimo fratello Hans. Nel 1940 toccò al padre. Nel 1942 aderì alla Rosa Bianca, da studentessa presso l'Università di Monaco, insieme al fratello Hans.
Operativo a Monaco di Baviera, il gruppo di ispirazione cristiana pubblicò sei opuscoli, che chiamavano i tedeschi a ingaggiare la resistenza passiva contro il regime nazista. Erano cinque studenti e un professore.
Essi rigettavano la violenza della Germania nazista e credevano in un'Europa federale che aderisse ai principi di tolleranza e giustizia. La  Bibbia non era l'unico testo a cui si ispiravano: negli opuscoli comparivano citazioni di Lao Tzu, Aristotele, NovalisGoethe e Schiller, fiduciosi che gli intellettuali si sarebbero opposti al nazismo.
Nel febbraio 1943 distribuirono gli ultimi due opuscoli e dipinsero slogan contro Hitler sui muri di Monaco e sui cancelli dell'università. Gli opuscoli parlavano di Resistenza non violenta al nazismo.
Distribuirono i loro materiali in luoghi frequentati e Sophie Scholl prese la coraggiosa decisione di salire in cima alle scale dell'atrio e lanciare da lì gli ultimi volantini sugli studenti sottostanti. Venne individuata da un inserviente che era anche membro del partito nazista ed arrestata assieme al fratello. Gli altri membri attivi vennero subito fermati e il gruppo, assieme a tutti quelli a loro associati, venne sottoposto a interrogatorio da parte della Gestapo. Gli Scholl si assunsero immediatamente la piena responsabilità degli scritti sperando, invano, di proteggere i rimanenti membri del circolo; i funzionari della Gestapo che li interrogarono rimasero stupiti per il coraggio e la determinazione dei due giovani. La Gestapo torturò Sophie Scholl per quattro giorni, dal 18 al 21 febbraio 1943 senza ottenere nulla.
Furono processati dal "Tribunale del popolo", un organo nazista. Nel corso di un breve dibattimento, durato cinque ore, furono reputati colpevoli e ghigliottinati il giorno stesso.
Prima di morire disse fieramente agli sbirri della Gestapo: "Non mi pento di nulla e mi assumo la pena".
Gli altri membri chiave del gruppo, processati in seguito, furono anch'essi trovati colpevoli e decapitati nei mesi successivi. Così finì la Rosa Bianaca dopo un solo anno di vita.

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