La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

sabato 4 dicembre 2010

Emilio Lussu

Il 4 dicembre del 1890, ad Armungia, in Sardegna, nasce Emilio Lussu. 
Laureatosi in giurisprudenza nel 1915 a Cagliari, di convinzioni democratiche e risorgimentali, diviene fervido intervista. Partecipa da sottotenente alla grande guerra, descrivendone umanità e disumanità in Un anno sull'altipiano. Al ritorno dalle armi nel 1920 fonda il Partito Sardo d'Azione, per trasferire in politica l'esperienza di coesione e solidarietà maturata durante il conflitto. Diviene ben presto antifascista, viene confinato a Lipari da dove evade nel 1929 per recarsi in Francia. Proprio in Francia scrive nel 1936-37 il romanzo citato. Nonostante la lontananza nel tempo, il racconto è scritto in prima persona e gli eventi sono descritti in presa diretta, come se gli eventi si stessero svolgendo in quel momento. Così gli orrori della guerra vengono descritti in tutta la loro insensatezza, con lucida precisione e come se fossero avventure. E la vita di trincea è paragonata a quella dei minatori: "[...] incominciarono i turni di trincea, tetri e monotoni. Malgrado tutto non erano peggiori della vita che, ognigiorno e in tempi normali, conducono milioni di minatori nei grandi bacini minerari d'Europa. Nonostante Lussu non abbia cambiato idea, nel frattempo, sulla necessità dell'intervento bellico, riesce lucidamente, da un lato, a smascherare le falsità della propaganda militare; dall'altro, conquista una posizione etica in cui il dovere lascia il posto all'etica della responsabilità e all'umanitarismo come sentimento che accomuna gli esseri umani tutti, compresi i nemici, e sopravvive alla ferocia dello scontro. "Avevo di fronte un uomo. Un uomo! Ne distinguevo gli occhi e i tratti del viso. La luce dell'alba si faceva più chiara e il sole si annunziava dietro la cima dei monti. Tirare così, a pochi passi, su un uomo... come su un cinghiale!... Fare la guerra è una cosa, uccidere un uomo è un'altra cosa. Uccidere un uomo, così, è assassinare un uomo".
Nel 1943 Lussu rientra clandestinamente in Italia, dove è fra i dirigenti della Resistenza e del Partito d'Azione. Dopo la Liberazione è membro dell'Assemblea Costituente e si batte per una repubblica federalista, per la democratizzazione delle istituzioni e per la laicità dello Stato. Diviene successivamente Senatore per il Partito Socialista Italiano e nel 1964 è fra i fondatori del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Muore a Roma il 5 marzo del 1975. Rimase un sardo e un sardista per tutta la sua vita.




Casa natale di Lussu ad Armungia (CA)

 Sopra: Emilio Lussu; sotto: a Parigi con Rosselli e gli altri rifugiati

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