La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

giovedì 5 gennaio 2012

Piovono pietre, Alessandro Robecchi

Il primo libro letto nel nuovo anno. Alessandro Robecchi è uno storico collaboratore di Radio Popolare e de il manifesto. Schierato "dalla parte del torto" come recita uno slogan pubblicitario del quotidiano.
Robecchi scrive un libro il cui genere potrebbe essere definito in vari modi: romanzo di fantascienza, cronaca politica, pamphlet critico contro il potere e lungo racconto satirico.
Shakerate per bene: il mix che ne risulta è gradevolissimo.
Robecchi racconta di essere stato rapito dai marziani che vogliono compiere un esperimento su di lui: come rappresentante della razza umana, verrà sottoposto a prove per capire come classificare, all'interno dell'impero galattico, i terrestri.
In realtà i rapitori non sono marziani, ma una popolazione galatticamente multietnica, interessata a salvaguardare il progresso, la continuità e la sicurezza dell'Impero.
L'Impero galattico è in realtà spesso metafora dell'Impero del Bene fondato da Bush, dato che utilizza spesso le stesse strategie, pur con tecnologie decisamente più avanzate. E dal suo esilio intergalattico Robecchi scrive dei rapporti che vengono inviati sulla Terra, una specie di diario che racconta tutto l'esperimento, dalla durata indefinita.
I rapporti dalla galassia sono alternati a capitoli in cui i riferimenti alla cronaca italiana sono espliciti, spesso con nomi e cognomi, anche se come scrive il nostro in epigrafe: "Nessun personaggio politico nazionale, esponente del governo, ministro, sottosegretario o leader dell'opposizione è stato maltrattato o torturato per scrivere questo libro. Ce ne scusiamo coi lettori..."
E fra un capitolo e l'altro Robecchi sbeffeggia e critica i vizi e i deteriori costumi italiani: la dichiarata serenità dei politici o potenti economici indagati per varie nefandezze di cui sono accusati; la differenza fra sicurezza e la paura percepita, cavallo di battaglia della Lega e del centrodestra in generale (capitolo utile a capire, grazie alla ricchezza di dati che propone, la deformazione della realtà, artatamente studiata dai manipolatori dell'informazione televisiva, per provocare il senso d'insicurezza); una surreale riabilitazione forzata di un critico del sistema, alias lavaggio del cervello, surreale, ma non troppo, se consideriamo i ricchi riferimenti al panorama dei palinsesti televisivi italiani; l'evoluzione (involuzione?) del PCI fino al PD e oltre, raccontata come se fosse l'evoluzione di un software; lo sfregio alla Costituzione, in particolare al lavoro come suo fondamento nella prassi politica ed economica del Paese; il moderatismo imperante (solo per certi versi, avverte Robecchi: spesso chi si spaccia per moderato fa in realtà affermazioni violente e integraliste, che non è proprio il massimo del moderatismo); il territorio e la deformazione dell'uso della parola che ne distorce il significato linguistico; la religione assolutista del Chilometro zero come moda.
Si ride molto, speso di gusto, a tratti amaramente.
Alcuni riferimenti a S. B. scritti naturalmente prima della caduta dell'imperatore dei moderati: "Insomma, ha menato un'esistenza all'insegna della misura, moderato almeno quanto Bukowski era sobrio e Barbablù gentile con le mogli".
Il top dell'insulto di un moderato a un collega parlamentare dell'opposizione: "Sei un cesso corroso!" (autore della perla, tal Nino Strano, moderato di destra).
Esilarante la bibliografia ragionata conclusiva, scritta nel 2030 e destinata a raccontare un trentennio (1994-2024, dio ci salvi!) di berlusconismo.
Un esempio:
"Tradotto in 22 lingue e ormai romanzo culto per i giovani italiani è il notissimo "Teresa non dargliela" (Nuova Einaudi, 2024), di Marta Massimi, narratrice sensibile e spigolosa. Vi si narra la storia (ispirata a vicende reali) di Teresa, una precaria della scuola che può passare di ruolo solo realizzando un calendario pornografico da allegare a una rivista maschile vicina al regime.
Lo struggente finale, in cui Teresa finisce in un bordello per gerarchi leghisti di Varese e li avvelena tutti con una polenta al curaro, è già diventato un classico" (p. 181)
D'altra parte, come ricorda la quarta di copertina "Nel nostro paese la forma più comune di impudenza è quella di ridere, ritenendole assurde, delle cose che poi avverranno". Che è poi una frase di Ennio Flaiano.

2 commenti:

Gae ha detto...

Flaiano amava ripetere spesso...

"In questi tempi, l'unico modo di mostrarsi uomo di spirito, è di essere seri.
La serietà come solo umorismo accettabile."

la schiuma ha detto...

E per certi versi, il libro di Robecchi è molto serio, anzi, serissimo; torna alle radici e al significato originario della satira che è molto serio e difficile: Castigat ridendo mores.
Ma quanto fa ridere.