La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

domenica 1 maggio 2011

Una rosa per Mereu

Oggi è il primo maggio, Festa del lavoro. E' domenica, quindi di fatto si tratta di una festa saltata sul calendario dei lavoratori. Ma per qualcuno è stata giornata di lavoro: il cosiddetto innovatore/rottamatore del Pd Renzi, sindaco di Firenze, ha pensato bene di lasciare libertà di apertura ai negozi, in questa giornata che è domenica e che è pure festa del lavoro. Mah, sarà una grande innovazione, una delle sue meravigliose idee per far tornare a vincere la sinistra... (considero Renzi solo un ipocrita arrivista, uno che fa politica solo per far carriera, totalmente privo di valori di sinistra e di riferimenti culturali adeguati, per chi non l'avesse capito). Comunque, in questo giorno, ritengo significativo attribuire la rosa della settimana a Gianmarco Mereu, che il 28 aprile ha tenuto la sua rappresentazione teatrale, Giorni rubati,  ad Arbatax, nei capannoni di un'azienda, invitato dai dirigenti dell'azienda stessa, che ha offerto lo spettacolo ai propri dipendenti. Rimane da dire che il 28 aprile è stata la giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro e che Mereu ha avuto cinque anni fa un grave incidente sul lavoro al porto di Arbatax, rimanendo paraplegico: una cancellata di sei quintali gli ha spezzato la schiena, fratturando le vertebre D10 e D11. Nello spettacolo, realizzato dalla compagnia Rossolevante di Arbatax, per la regia di Juri Piroddi e Silvia Cattoi, Mereu in scena racconta la tragedia e tutto il flusso di sentimenti, emozioni e reazioni che sono seguite all'incidente e che gli hanno cambiato la vita. Mereu si è esibito di fronte a molti compagni di lavoro, persone che conosceva, perché lui lavorava per una ditta esterna. L'azienda non ha fatto opera di beneficenza, ma semplicemente ha interesse a diffondere la cultura della sicurezza perché, lavorando con molte ditte straniere, esiste in ambito internazionale un problema di costi assicurativi legati alla clausola "incidenti zero". Si tratta di un fatto comunque assolutamente apprezzabile e che dimostra come si possa collaborare a fini comuni per ottenere risultati positivi. L'investimento sulla sicurezza diventa necessario: virtuoso per l'azienda e virtuoso per i lavoratori.
Riporto qui due brani dell'intervista che Mereu ha rilasciato a Gianfranco Cappitta, critico teatrale de il manifesto: "Senza dubbio è stata un'esperienza bellissima e molto forte, ma che mi ha anche messo in difficoltà: è stato duro portare a termine lo spettacolo senza interrompermi, guardando le facce di chi mi conosceva pure prima e che quella storia la conosce già. Riviverla assieme a loro è stato particolarmente toccante, e in certi momento la commozione mi ha attanagliato, soprattutto nel racconto dell'incidente". E, parlando del figlio più grande, che all'epoca dell'incidente aveva 7 anni: "Stiamo cercando di inventarci un nuovo rapporto. All'ospedale mi disse una frase bellissima: -Papà, quando torni a casa, torni con la sedia a rotelle? 
Io avevo le lacrime agli occhi e non ce la facevo a rispondere. Mi ha abbracciato e mi ha detto: -Non è importante, torna a casa in fretta.
Penso che non dimenticherò mai una lezione del genere. Io spero di essere all'altezza e di lasciargli un messaggio che lui possa recepire e trasmettere agli altri. Bisogna salvaguardarsi, indignarsi e rifiutare di lavorare fuori delle condizioni di sicurezza."
Una rosa per Gianmarco Mereu. E per suo figlio. E per il teatro d'impegno civile.

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