La schiuma della memoria

Qui si parla innanzitutto di un romanzo, uscito nel novembre del 2010 presso le edizioni Montag di Tolentino.
Il titolo è La schiuma della memoria e l'ho scritto io.
Poi si parla e si scrive di altre cose, di fotografie e di film, di libri letti e di teatro, di teatroterapia e di paesaggio. E di altro ancora. L'intenzione è comunque quella di raccordare la memoria con l'attualità per ritrovare il senso perduto degli eventi e per non dimenticare personaggi che con le loro vite hanno scritto pagine di storia non solo privata, ma anche collettiva. Molti di essi sono i miei riferimenti culturali e di valore. Il romanzo stesso dialoga con questi contenuti, in modo dinamico, in costante evoluzione, perché la memoria non è cristallizzazione ma è senso e significato. Mi piacerebbe che la lettura del blog desse anche il piacere della scoperta e di un punto di vista sul mondo spostato dalla norma, in qualche modo sorprendente. Buona lettura.

mercoledì 18 maggio 2011

Bertrand Russell (e Spinoza)

Il 18 maggio 1872 è la data di nascita di Betrand Russell, filosofo e pacifista inglese.
Mi trovai per caso a leggere un suo libro un'estate in montagna, mi piacque il titolo: La conoscenza del mondo esterno, che il nostro aveva scritto nel 1914. Avevo 14 anni e mi appassionai alla lettura, scoprendo una passione per la filosofia. Da quel momento, Russell fu uno degli autori che seguii. Mi colpì la sua capacità di essere allo stesso tempo rigoroso e divulgativo. Trovavo la sua logica inoppognabile, assolutamente convincente. Negli anni successivi infilai, nelle edizioni Longanesi, una serie di letture su tematiche laiche e diritti civili che mi interessavano molto: Perché non sono cristiano (1927), Saggi scettici (1928), Matrimonio e morale (1929), La conquista della felicità (1930).
Utilizzai la sua Storia della filosofia occidentale (1945) come antidoto al corso di filosofia del mio professore del liceo classico, un cattolico che riteneva Tommaso d'Aquino il miglior filosofo di tutti i tempi, mentre Russell lo considerava un filosofo "con ben poco spirito filosofico", cioè incapace, per scelta, di seguire, socraticamente, un ragionamento fin dove questo lo avrebbe portato, precludendosi così la possibilità delle scoperte. Indimenticabili le parole che invece Russell utilizza per  Spinoza: "Spinoza è il più nobile e il più degno d'amore dei grandi filosofi. Se qualcun altro lo ha superato per intelletto, dal punto di vista etico è superiore a tutti. Di conseguenza, fu considerato, durante la sua vita e per un secolo dopo la sua morte, un uomo di spaventosa malvagità. Era nato ebreo, ma gli ebrei lo sconfessarono. [...] Egli visse tranquillamente, prima ad Amsterdam e poi a L'Aja, guadagnandosi la vita levigando lenti. I suoi bisogni erano pochi e semplici, e mostrò in tutta la sua esistenza una rara indifferenza per il denaro."
Il libro è scritto tutto un po' così, con le opinioni personali di Russell esposte con ironia, a tratti con umorismo. Ma il pensiero dei filosofi è esposto con chiarezza e rigore. Certo, ci sono molte scelte anche discutibili, ma che godimento divenne per me la filosofia!
Albert Einstein lo definì "un libro prezioso, un'opera pedagogica di altissimo livello che si situa sopra il conflitto tra le parti e le opinioni".
Alcuni episodi della sua vita sono raccontati nell'autobiografia, improntata allo stesso stile scettico, riflessivo e ironico. Racconta di come l'amore per la matematica lo salvò dal suicidio; delle sue quattro mogli, alle quali sempre faticò ad essere fedele, soprattutto alla prima; di come nel 1948, a 76 anni, si salvò nuotando in mare da un incidente aereo. Invece non potè raccontare della sua morte, avvenuta nel 1970 in Galles per un'influenza, all'età di 98 anni.
Ebbe un'attiva partecipazione politica, impegnandosi, a partire dagli anni '50, con Einstein  per il disarmo nucleare; in precedenza era passato da un pacifismo assoluto a uno che aveva coerentemente definito "relativo", ma riteneva la guerra giusta solo in casi del tutto straordinari, per esempio contro Hitler. Nel 1961 Russell fu processato e condannato a una settimana di prigione in seguito a una manifestazione a Londra contro il proliferare delle armi nucleari. La guerra in Vietnam fu l'ultimo obiettivo polemico del pacifismo di Russell, che insieme a Jean Paul Sartre fondò il tribunale per processare gli Stati Uniti per crimini di guerra (il tribunale assunse poi il nome di "Tribunale Russell"). Da attento polemista, criticò anche la ricostruzione dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy; lo scritto 16 questions on the assassination  pubblicato nel 1964 è ancora considerato una efficace denuncia della inconsistenza della versione ufficiale del caso. Politicamente sostenitore del socialismo democratico, avversò duramente il totalitarismo di Stalin.

Nessun commento: